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Gary Cooper
di Manlio Morandi

Potrei annoiarvi con note biografiche che facilmente si possono trovare su internet ma per "Gary" preferisco attingere solo alla mia memoria. Era un evento quando uscivano in prima visione gli ultimi films dei grandi: Cary Grant (di cui avrò il piacere di parlarvi nei prossimi numeri), John Waine, Burt Lancaster. Quando però si annunciava l'uscita di un nuovo film di Gary Cooper si aveva la certezza di assistere ad un evento cinematografico particolare. La disincantata disinvoltura dava l'impressione, non credo di sbagliarmi, che Gary Cooper sapesse di interpretare, con grande maestria quello che noi avremmo voluto essere nella vita. Gustando i suoi films ci si immedesimava a tal punto nell'eroe buono che quando si usciva dal cinema si aveva la certezza di aver assistito alla sconfitta del male. Una trama accattivante, semplice, ben orchestrata riesce quasi sempre ad avere successo. Gary Cooper era la trama, l'interprete, il mito che donava agli spettatori un appagamento morale e visivo. Non ricordo, forse qualcuno mi smentirà, che Gary Cooper abbia mai interpretato un personaggio negativo. Con il suo sorriso accattivante donava serenità ad un pubblico che non attendeva altro che le sue rassicuranti avventure. Ricordo con emozione le prime dei suoi films: "Tamburi Lontani", (film visto e rivisto nel corso degli anni), Vera Cruz, un capolavoro per trama, immagini e colore, interpretato anche da un Burt Lancaster dall'enigmatico sorriso: il romantico cattivo della situazione.
Gary Cooper è stato l'avanguardia dell'eroe buono, il personaggio al quale hanno attinto, dopo la sua scomparsa, tutti i più grandi attori.
Ricordo la sua partecipazione al "Musichiere" di Mario Riva. Intimidito da una televisione ai suoi albori, donò il suo garbato sorriso, misto ad una naturale timidezza. E' triste ricordare che pochi mesi dopo quell'apparizione in tv, sia Gary Cooper, sia Mario Riva scomparvero in circostanze sia pur diverse.
Oggi si dice:" hai visto quel film? divertente, una trama interessante, degli effetti speciali incredibili, vai a vederlo. Chi lo interpreta? Non lo so però è carino.
Ieri era sufficiente dire:"hai visto l'ultimo film di Gary Cooper?" .
Nato ad Melena in Montana il 7 maggio del 1901, dopo aver conquistato numerosi oscar, nell'aprile del 1961, a 60 anni, l'Academy Award decide di premiarlo con un oscar alla carriera. Non potè mai ritirare quel premio. Il suo grande amico, James Steward ritirando per suo conto la statuetta annunciò al pubblico che Gary Cooper era gravemente malato. Dopo un mese, il 13 maggio del 1961 il grande Gary muore. E' la fine di un mito cinematografico: è la fine dell'espressione di una recitazione disincantata che non ho più ammirato in nessun attore. Oscar per il sergente York,1941, di Alvin York. Mezzogiorno di fuoco ( 1952 ) Fred Zinnemann, altro oscar.
Ciao Gary, grazie per tutti i momenti di serenità che mi hai donato.

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