elzevirino
segnali di fumo
di Ada

Da quando il nuovo Governo ha annunciato che metterà fine alla indiscriminata e lunghissima serie di intercettazioni telefoniche ho tratto un respiro di sollievo. Da tempo ho in odio i telefoni, anche se capisco che tali aggeggi di plastica e di diavolerie tecnologiche non hanno nessuna colpa: responsabile di tutto fu un mio collaboratore dipendente che aveva avuto la bella idea di telefonarmi a casa tutte le mattine alle 7 pur sapendo che ogni notte tornavo dal lavoro alle 4. Non ricordo come risolsi il problema, ma è certo che mandai a quel paese il mio collega, diciamo così, e tutti i telefoni di questo mondo. Non mi piace telefonare a qualcuno se non è proprio indispensabile e direi quasi vitale e possiedo anche un cellulare che naturalmente tengo sempre spento, facendo arrabbiare i miei che quando mi cercano non trovano nessuno.

La psicosi collettiva delle intercettazioni telefoniche perciò non mi ha certo colpito: in pratica sono immunizzato ed ho anticorpi da scoraggiare anche il più agguerrito intercettatore autorizzato o meno, oppure un "dipietrista di ferro" anche e soprattutto perché non ho nulla da nascondere e poi rispondo solo a monosillabi, non faccio mai un nome o peggio un cognome, non faccio pettegolezzi (ci pensa talvolta mia moglie e se la pesco in flagrante la zittisco con l'indice della mano destra sulle labbra). Si dirà forse che tutti questi atteggiamenti potrebbero essere trascritti dal "manuale del giovane mafioso" per fortuna non ancora in vendita, in realtà si tratta di "organizzazione per la pura sopravvivenza" nell'Italia di oggi con milioni di telefonini (tantissimi, percentalmente siamo i primi al mondo ed a chiacchiere non ci batte nessuno). In realtà siamo un popolo di telefonisti o di aspiranti intercettatori e tutti vorremmo ascoltare quel che dice il vicino di casa antipatico quando parla di te ovviamente male, se possiamo lo fotografiamo anche, con il telefonino, in qualche atteggiamento scorretto o sospetto.

Una cosa però non riesco a capire: questa storia delle intercettazioni giudiziarie va avanti da anni, i politici se ne lamentano un po' tutti e tanti poveri cristi (che non c'entrano niente) vedono i loro nomi apparire sui giornali solo perché sono stati citati dall'intercettato di turno. Che fare allora? Tornare al passato: prima dell'invenzione del mostruoso apparecchio si faceva politica, eccome, e forse con più garbo. Ma è come chiedere di spegnere la luce elettrica e tornare a quella delle candele o udite, udite di prendere a randellate l'amico televisore. Forse.
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Questo articolo sul problema delle intercettazioni telefoniche è stato da noi pubblicato nel luglio del 2008, all'indomani delle elezioni politiche che videro la vittoria di Berlusconi e di Fini. Sono trascorsi quasi due anni e tutto è rimasto come allora, anzi la situazione è peggiorata al punto che se il presidente del Consiglio dei ministri vorrà comunicare con qualcuno dovrà ricorrere ai segnali di fumo, naturalmente ben criptati. (ADA)

articolo pubblicato il: 16/03/2010 ultima modifica: 21/04/2010