storia
...ma non li dimostra

Sessanta anni sono una tappa difficile per gli uomini; come ha dichiarato Enrico Vanzina in occasione del suo recente sessantesimo compleanno, citando un suo amico medico, è come avere consumato due settimane di ferie, averne ancora a disposizione una, ma le previsioni parlano di pioggia.

Per una rivista è diverso, più gli anni passano e più si consolida, si rafforza, o almeno, in linea di massima, così accade. Topolino (la rivista, non il personaggio Mickey Mouse) ha sessant'anni ed è un periodico vivo e vitale.

Va detto che, probabilmente, all'interno di ogni numero i lettori preferiscono le storie dei paperi. Paperino e Zio Paperone sono ambedue simpatici, sia pur antitetici. Topolino come personaggio è troppo politicamente corretto, troppo saputello per riuscire simpatico a tutti; meglio Pippo e Gambadilegno.

La rivista ha accompagnato generazioni di italiani. Coloro che lessero i primi album, tardati Salani Editore, sono avanti con gli anni e non sono certo più ragazzini quelli che leggevano le storie edite da Mondadori, ai tempi del mitico direttore Gentilini. Un giorno la Walt Disney decise di far da sé, non solo per l'importanza del mercato italiano, ma soprattutto per la bravura degli sceneggiatori di casa nostra.

Adesso la giovane direttrice Valentina De Poli ha stabilito che Topolino (il personaggio) non sarà più un freelance, o un precario, se vogliamo, ma avrà un lavoro fisso, sempre, però, nel campo dell'investigazione.

La particolarità della rivista è che i suoi personaggi sono italiani, ovvero le avventure vengono ideate e realizzate in Italia, per cui esistono personaggi sconosciuti all'estero, mentre ne mancano altri che hanno spazio negli USA.

La rivista segue la filosofia mondiale della Disney, storie possibilmente fuori dal tempo, ma continua osservazione all'evolversi della società, quindi grande attenzione ai temi ecologici. Qualche anno fa una breve storia di Paperina che faceva saltare una centrale nucleare suscitò, giustamente, qualche malumore; l'ecoterrorismo non può trovare posto in Topolino. Ma si trattò di una scorzetta di limone in un cammino lungo sessant'anni.