speciale bicentenario di E. A. Poe
Leggere uno dei racconti o dei romanzi dello scrittore americano è un vero e proprio viaggio nei meandri della mente umana. Ti affascina e ti avvolge in una spirale da cui è difficile fuggire. Non dimostra gli anni che ha forse perché la sua abilità nel raccontare i lati bui dell'animo umano è vicino al gusto e alla sensibilità dei lettori moderni. Poe può essere considerato un iniziatore del genere noir anche se qualcuno ne fa risalire ad un inglese, Oscar Walpole, autore del "Castello di Otranto", la paternità. Ma la nota caratteristica di Poe sta nel coinvolgere il lettore spingendolo a risolvere il caso, ad accendere la sua curiosità, per cui è comunque da considerare il primo giallista. Edgar Poe era nato il 19 gennaio del 1809 in una famiglia di attori girovaghi a Richmond. Il padre David, alcoolista, aveva abbandonato i figli, William Henry Leonard, Edgar e Rosalia, e la madre, Isabel, era morta poco dopo per gli stenti e la miseria nel 1811. Il piccolo Edgar era stato allevato da un ricco commerciante, John Allan, senza mai essere stato adottato da lui, ma lo scrittore aveva comunque preso l'abitudine di firmarsi Allan Poe. Il commerciante, ma soprattutto la moglie, gli offrirono un'infanzia e una giovinezza abbastanza tranquille. Ebbe, tra l'altro, la possibilità di soggiornare per cinque anni in Inghilterra e conoscere la Scozia. Questa esperienza ritornerà spesso nelle ambientazioni dei suoi racconti. Rientrato negli Stati Uniti, si iscrisse all'Università della Virginia. Ben presto, però, si manifestarono quei comportamenti che condizioneranno la sua breve e travagliata vita. Più che impegnarsi nello studio, trascorreva gran parte del tempo a giocare a carte, bere e contrarre debiti. Ben presto quanto mensilmente John Allan gli corrispondeva per vivere si rivelò insufficiente e anche per le pressioni dello stesso, che non vedeva di buon grado le sue velleità letterarie, abbandonò l'università. Entrò, unico tra i grandi scrittori americani, nell'Accademia militare di West Point, da dove però fu cacciato per assoluta negligenza al dovere. I rapporti con il benefattore si ruppero definitivamente fino ad arrivare all'intimazione di non farsi più vedere. Trovò rifugio a Baltimora presso la zia Maria Clemm, della quale si disse in seguito, ma probabilmente non era vero, che fosse divenuta la sua amante. Si fidanzò con la cuginetta Virginia, di dieci anni, e la sposò tre anni dopo, quando lui ne aveva ventisette. La mancanza cronica di denaro, la vita sregolata e la difficoltà di affermarsi come scrittore costellarono tutta la sua esistenza insieme a lutti e a difficoltà di ogni genere; perse ben presto la moglie, colpita dalla tubercolosi, probabilmente contratta anche per le privazioni. La pessima reputazione che lo circondava condizionò non poco la sua attività letteraria. A tredici anni aveva esordito scrivendo poesie e dedicandole alla madre di un suo compagno di scuola, Jane Stith Stanard, per la quale nutriva una passione, sembra, corrisposta. Animato dal desiderio di affermarsi come scrittore si affannava a offrirsi per qualsiasi lavoro nelle redazioni di giornali e riviste, senza mai riuscire a convincere qualcuno della sua affidabilità, della sua genialità e della novità delle sue opere. Eppure la genialità era la sua marca distintiva. Il genere poliziesco era quello che meglio corrispondeva al suo animo tormentato, alla visione nera e lugubre della vita. Ma i casi erano risolti da investigatori colti, esperti nei diversi campi della scienza, capaci di applicare alla soluzione degli enigmi strumenti di lavoro come le formule matematiche, attraverso il metodo deduttivo, seguendo la logica ferrea della dimostrazione. Con tali premesse si può ben capire come Poe abbia dato dignità ad un genere che sarebbe potuto essere relegato a letteratura cosiddetta minore. Le storie di crimini e misteri erano molto in voga alla fine del diciannovesimo secolo, ma non assurgevano alla dignità di romanzo. Maestro del tutto inconsapevole, influenzò il francese Émile Gaboriau, padre di Lecoq, e l'inglese Conan Doyle, creatore di Sherlock Holmes, nel campo del giallo e fu anche imitato da Jules Verne in alcuni romanzi di grande successo. Tra i suoi estimatori, per le suggestioni di molte pagine, si possono annoverare Verlaine, Rimbaud, Valery e Baudelaire; echi di Poe si trovano anche in Dostoijevskij, mentre scrittori anche grandi si sono cimentati nelle traduzioni, soprattutto del poema "Il Corvo". Alla fine del settembre 1849, Poe si accinse a lasciare Richmond per recarsi a New York. Durante una sosta a Baltimora scomparve per cinque giorni. Fu raccolto in una strada, davanti ad una malfamata taverna irlandese, semincosciente e ubriaco, vestito di abiti che sicuramente non gli appartenevano. Ricoverato in ospedale, passò due giorni a chiamare un uomo misterioso di nome Reynolds e ad implorare il medico che gli facesse esplodere il cervello. Morì urlando "Signore soccorri la mia povera anima". Non si sa come abbia passato quei giorni, ma probabilmente era stato sequestrato da una di quelle bande al servizio dei politici che facevano ubriacare dei malcapitati per falsificare i voti delle elezioni a sindaco.
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