elzevirino
smettere di respirare
di Teddy Martinazzi

Nel 1948 il laburista Clement Attlee fondò il sistema sanitario del Regno Unito, modello di solidarismo per l'intera Europa. A distanza di sessant'anni un altro governo laburista vuole istituire un "contratto" con i cittadini, in base al quale potrebbero essere negate le cure gratuite a chi, obeso, non fa nulla per dimagrire e chi, fumatore, non smette di fumare.

Non si tratta di un'idea originale. Era già stava avanzata da qualcuno in Italia, forse ai tempi del Ministero Veronesi (prima battaglia contro il fumo e primi smantellamenti della riforma Bindi) o del Ministero Sirchia (grande battaglia contro il fumo e definitivo affossamento della riforma sanitaria). Detto per inciso, nelle stesse ore in cui veniva resa nota la decisione di Londra, le agenzie diffondevano la notizia dell'ulteriore incriminazione del professor Sirchia per presunte gravi irregolarità amministrative.

Non è questo il luogo deputato ad una disamina sulla pericolosità del fumo o dei grassi in eccesso, è ovvio. Quello che sembra un po' meno ovvia è la scelta dei "peccati" da reprimere e se la limitazione della gratuità delle cure debba intendersi in assoluto o solo in relazione alle malattie genericamente considerate connesse a certi comportamenti, ovvero se ai fumatori debbano essere addebitate solo le spese per patologie polmonari.

Andando di questo passo, le cure per il fegato dovrebbero essere gratuite solo per gli astemi ed i temperanti, quelle per il cuore escluse per coloro che non vanno a correre per almeno otto chilometri al giorno, mentre i chirurghi dovrebbero addebitare le spese ospedaliere a chi si schianta con la macchina per eccesso di velocità o al cacciatore ferito dal compagno di battuta.

Seguendo questo principio, dovrebbero essere a pagamento le cure per chi si ostina a vivere oltre l'età statisticamente riconosciuta per l'aspettativa media di vita e, nei Paesi calvinisti, dato che la ricchezza è segno della Grazia divina (detto in pillole, naturalmente), si potrebbe ipotizzare che i poveri sono in peccato e quindi escludibili dalle cure. Ma, senza andare tanto lontano, anche da noi si potrebbero assimilare i barboni ai fumatori, perché ambedue le categorie sono considerate socialmente scorrette. Non affrontiamo poi il discorso delle malattie sessualmente trasmissibili, perché in questo caso qualcuno potrebbe proporre ticket astronomici per punire i comportamenti scorretti.

Clement Attlee affermava che "nessuna società può legittimamente definirsi civilizzata se ad un malato sono negate le cure per mancanza di mezzi". Le sue idee sono da decenni totalmente accettate nella vecchia Europa; il solidarismo europeo - cattolico, socialdemocratico ma anche dichiaratamente liberale - ha fatto sì che, entrando nella terza età, tutti gli uomini avessero una pensione, sia pur minima, indipendentemente dall'aver versato o meno i contributi. Negli Stati Uniti, come in altri civilissimi Paesi, si può tranquillamente morire se non si hanno i mezzi per curarsi ed è indispensabile stipulare un'assicurazione sulla vita, se non si vogliono passare gli ultimi giorni sotto un ponte. Se passano certi principi anche in Europa saranno guai; smettere di abbuffarsi o di fumare potrebbe anche essere facile, di respirare potrebbe essere più problematico.