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plastica autoriparantesi

Alcuni scienziati statunitensi hanno creato un tipo di plastica in grado di autoripararsi una o più volte in caso di creoa o di rottura. Il processo è molto simile a quello che si attua nella pelle umana.

Il materiale potrebbe essere utilizzato in diversi campi; ad esempio in quello medico, nello specifico per impianti o protesi, in quello areospaziale, nel caso fosse necessaria durante il volo una autoriparazione.

Potrebbe trovare applicazione nella microelettronica, nei cellulari, nell'ottica. In quest'ultimo caso potrebbe essere impiegata per le lenti di grandi dimensioni, i cui costi di riparazione in caso di rotture sono molto alti. Potrebbe essere anche usata per la pelle sintetica.

Da circa sei anni gli stessi ricercatori hanno creato dei polimeri, composti chimici tanto viscosi quanto elastici, in grado di essere riparati se sottoposti a calore o pressione.

Ma la nuova ricerca ha reso possibile la creazione di una plastica che si autoripara, senza alcun intervento esterno.

Il materiale ha una struttura di reti microvascolari tridimensionali, che ricordano la struttura della pelle umana. Come, infatti, un taglio sulla pelle provoca un flusso sanguigno che cicatrizza la ferita stessa, così una fessura su questo materiale provocherà il flusso di un agente riparatore che chiuderà la fessura stessa. Nel caso in cui il ripetersi di una fessura sullo stesso punto potesse provocare l'esaurimento dell'agente riparatore ha spinto i ricercatori a creare un sistema continuo di circolazione in modo da impedire l'esaurimento in un certo punto.

Questo materiale è stato impiegato anche nelle vernici per auto ed è sosrprendente vedere le auto sempre perfettamente lucide e senza alcun piccolo graffio.

A questo punto resta un abiettivo da raggiungere: quello dell'abbattimento dei costi di produzione ancora molto alti.