editoriale "Veltroni santo subito", un appello e uno stato d'animo prontamente respinti soprattutto dai suoi più fidati sostenitori che temono a ragione di bruciare il candidato salvatore della sinistra italiana in crisi dopo l'infelice parentesi del governo Prodi. Il sindaco di Roma ha lanciato il suo credo dal pulpito del Lingotto ed è da credere che, nonostante le nascoste riserve di molti esponenti del "querceto" e l'evidente distacco della base rutelliana ed in genere dei "margheritini" ( allo show di Torino in prima fila non c'era nessuno di loro) il Walter nazionale sarà probabilmente incoronato ad ottobre leader del nuovo partito democratico. Un partito che per buona prassi italica, si fa per dire, è già diviso in correnti, tra postcomunisti moderati e poco convinti resistenti, cattolici di sinistra (che più non si può, i quali hanno comunque piazzato alla vicesegreteria un Franceschini sempre più sprezzante di tutto e di tutti, non si sa poi perché), cattolici sistemici come l'autrice dei Dico, che vogliono far fare la pace tra il diavolo e l'acqua santa, e cattolici teodem, che difendono, a modo loro naturalmente il Papa e le gerarchie ecclesiastiche. Grandi divisioni, come si vede, grosse correnti in un impasto di degasperismo d'accatto e di berlinguerismo vecchia maniera che tenterà di vincere le elezioni, quando verranno, nel nome di Walter I, re di Roma e nuovo " conducator" all'insegna del "volemese bbene" e dell'ecumenismo totale. Non sappiamo ancora se ad ottobre Veltroni sarà candidato unico di tutti o se ci saranno altri a sventolare la bandiera di corrente e di appartenenza. Che fine farà l'attuale premier poi è un interrogativo "imbarazzante" per chi con le primarie lo aveva sostenuto e "strombazzato" un anno fa come l'uomo della salvezza italica. Intendiamoci, aver scelto Veltroni per dare il benservito a Prodi non è stato un errore politico, anzi. La sinistra moderata e riformista aveva bisogno di un leader diverso, capace di creare un certo entusiasmo nella base, dopo il grigiore di un anno da dimenticare. Un personaggio capace di parlare per quasi due ore, senza far vedere che stia leggendo il suo bel discorso su un "gobbo" invisibile, come un bravissimo doppiatore cinematografico, merita apprezzamento professionale. Non ha sbagliato una virgola. Ma farlo passare per il "nuovo" che avanza, mentre è già stato segretario dei ds al tempo di Dalema premier, è forse un po' troppo. Quanto al programma, molti lo avranno apprezzato: ma una valanga di parole che sarà difficile trasformare in fatti. Anche perché con l'attuale legge elettorale che appare di difficile modifica, il nuovo partito democratico avrà sempre bisogno della sinistra massimalista (comunisti italiani, rifondatori, verdi-rossi con annessi movimentisti di ogni estrazione, radicali e pannelliani digiunatori) per tentare di essere maggioranza nel Paese. E con i loro programmi politici si ricadrebbe nell'immobilismo prodiano. Tutto ciò non significa che lo schieramento di destra non abbia necessità di affrontare con serietà la situazione che si sta creando a sinistra. Il probabile nuovo leader farà di tutto per crearsi simpatie anche nell'elettorato di centrodestra. Ecco un episodio sintomatico: i lettori ricorderanno quel giovane Quattrocchi rapito con altri italiani in Irak e barbaramente ucciso. Ebbene il sindaco di Genova si era rifiutato di intitolare una via della città ad un genovese un po' troppo patriottico con le sue ultime parole prima di morire. Veltroni prese subito la palla al balzo e detto fatto decise di fare propria l'idea, affermando che ci avrebbe pensato lui a Roma e così è avvenuto. "I care" direbbe il kennediano doc, ma non tanto. Ci viene voglia di usare un epiteto volgare e popolare, ma anche un po' cordiale e un po' affettuoso, usato dal quotidiano "Libero" con un titolone a nove colonne a commento dello show veltroniano di Torino, ve lo risparmiamo almeno in questa sede. L'ultima " veltronata " è recentissima e riguarda i socialisti che non hanno dimenticato il Bettino nazionale. Presto una via della Capitale sarà dedicata a Craxi. Ma anche i suoi amici, concesso che siano tali, si divertono a prevedere quel che potrebbe accadere quanto prima. Secondo un allegato umoristico dell' " Unità ", "Roma capoccia" ecco come sarà composto il primo governo Veltroni: Solo 8 ministri e mezzo - 4 uomini, 4 donne, 2 omosessuali, 2 africani, un cinese, un triestino, 2 musicisti, una coppia di canguri padani e un gianniletta. Tra i primi provvedimenti: Jack Lang e Nanni Moretti vice primi ministri; dedicato a Romano Prodi un ridente viottolo del Tufello; Massimo Dalema ambasciatore in Africa; il Colosseo, con acqua e gondole, ospiterà il festival del cinema di Venezia; Fassino nominato ministro della famiglia a patto che lasci la moglie Anna; Rutelli ascensorista all' Auditorium Parco della Musica. L' " Unità " , ribattezzata "Village Voice", uscirà in allegato alle opere complete del nuovo leader.
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