arte e mostre
le stanze delle meraviglie
di Manuela Mattei

Fra pochi giorni si concluderà ad Orvieto, dopo circa nove mesi caratterizzati da una forte affluenza di pubblico, la mostra 'Le stanze delle meraviglie da Simone Martini a Francesco Mochi - Verso il nuovo Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto', attraverso la quale l'Opera del Duomo di Orvieto ha compiuto il primo importante passo per la riapertura del suo museo, chiuso da circa venti anni, ma nato nel giugno 1882 presso la sede della Fabbriceria e successivamente trasferito a Palazzo Soliano.

La rassegna si svolge presso due sedi, i Palazzi Papali e la Chiesa di Sant'Agostino, in un percorso che attraversa il tessuto urbano della città, in un ricongiungimento ideale fra centro e periferia della zona storica, ed offre alla fruizione pubblica una serie di opere di grandissimo valore storico ed artistico nell'arco di cinque secoli, dalle prestigiose produzioni artistiche del Duecento e Trecento sino a quelle, forse meno conosciute, del Cinquecento e Seicento.

Un primo passo, come detto, per la definitiva riapertura del Museo dell'Opera, una delle principali raccolte d'arte dell'Umbria, che riesce a documentare lo sviluppo del cantiere del Duomo orvietano illustrando nel contempo le varie fasi della storia artistica della città, come dimostrano le opere in rassegna, intitolata appunto 'Le stanze delle meraviglie' proprio per l'importanza e la consistenza del patrimonio artistico raccolto e conservato dall'Opera del Duomo.

E' così possibile ammirare, fra tante, la 'Coppia di angeli turiferari' (1282) di Arnolfo di Cambio e bottega, due statue marmoree entrambe acefale, probabilmente facenti parte della tomba del cardinale de Braye; la 'Madonna in trono con il Bambino' (1300 circa) di scultore senese, una statua in legno con tracce di policromia di splendida fattura, forse opera di Nicola di Nuto, od ancora in marmo, come quelle di Andrea e Nino Pisano e del 'Terzo maestro di Orvieto'.

Quindi i meravigliosi cinque pannelli di Simone Martini, parte di un polittico, raffigurante la 'Madonna con il Bambino e quattro santi', tempera, oro e foglia d'argento su tavola, provenienti dalla Chiesa di San Domenico, la 'Madonna con Bambino e santi' di Bartolomeo da Miranda, un tabernacolo a sportelli in discreto stato di conservazione; opere di pittore peruginesco, tizianesco, pinturicchiesco, proprio per le ascendenze riscontrate, o 'Santa Maria Maddalena' (1504) di Luca Signorelli, di cui è conservato al Louvre un disegno preparatorio.

A seguire, opere di Cesare Nebbia, Girolamo Muziano, Nicolò Circignani detto il Pomarancio, Giovanni Lanfranco ed un mosaico a tessere vitree e lapidee di Lodovico Mazzanti.

Presso la Chiesa di Sant'Agostino una serie di statue in marmo di notevoli dimensioni, di Francesco Mochi, Ippolito Scalza, Fabiano Toti, Francesco Moschino, Giovanni Battista Caccini, Bernardino Cametti, Pietro Francavilla, ed una piccola terracotta del Giambologna, un modello raffigurante San Matteo, realizzato in marmo appunto dal Francavilla.

Pregevole il catalogo edito da SilvanaEditoriale, a cura di Alessandra Cannistrà.

Ad Orvieto (TR) ai Palazzi Papali ed alla Chiesa di Sant'Agostino - piazza del Duomo e piazza San Giovenale - sino al 7 gennaio 2007.