editoriale Non è stata un'estate tranquilla e non solo dal punto meteorologico. E' accaduto di tutto, anche i soliti imprevisti non sono mancati, tanto per gradire. Il nuovo Governo si è lanciato subito in un'avventura facendo saltare sul sedile di guida tutti i tassisti d'Italia per la sorpresa, mica poi tanta ; gli avvocati si sono tolti la toga per qualche giorno e si sono messi a sedere; i farmacisti sono rimasti invece in piedi ( ma come fanno a resistere per tante ore?), ma anche loro hanno abbassato le saracinesche. Veramente un esordio eclatante. C'è un signore nella grande politica italiana che da cinquanta anni perseguita quanti di noi sono svogliati e disattenti. Si chiama Giacinto Pannella detto Marco. E' l'uomo dei digiuni contro la fame nel mondo e per altri importanti obiettivi. Qualcuno lo ha definito il papa nero, ma a somiglianza con il Papa vero ha solo una bella criniera bianca. Marco però oltre al pregio notevolissimo di dire spesso papale papale le cose come stanno, ha un difetto, quello di non indovinarne una quando si tratta di elezioni. L'ultima volta l'ha fatta grossa, non per aver lasciato il Cavaliere passando con le sinistre (ciascuno ha il diritto di fare una scelta), ma per correre quasi contro tutti anche contro gli stessi socialisti della sua Rosa nel Pugno. Non è riuscito a far eleggere un solo senatore del proprio gruppo ( probabilmente otterrà ragione con il suo ricorso) e l'errore è stato vistosissimo in una tornata che ha visto entrare in Parlamento centinaia di illustri sconosciuti, messi in lista dai vertici dei partiti (tutti) con criteri che molto somigliano a quelli del fu comitato centrale del fu PCUS. La battaglia che sta ora conducendo, con grinta, merita molta attenzione Vorrebbe l'adesione di Israele all'Unione Europea. Il radicale Pannella non è nuovo ad intuire e portare avanti iniziative grandiose, vedi l'introduzione del divorzio e l'aborto in Italia, talvolta con successo, altre con naufragi paurosi, vedi il referendum sulla procreazione assistita. Questa di Israele forse precorre troppo i tempi ma è certamente coraggiosa, visto che in Europa ora c'è un po' di tutto ( a proposito quando toccherà a Lucashenko ?). Ora si è anche lanciato sul tema dell'eutanasia, un tema sul quale come il solito gli italiani si divideranno tra guelfi e ghibellini. E' bene che se ne parli, se così si vuole, ma risparmiamoci, almeno questa volta, insulti e insolenze gratuite. Fra sbagli e abbagli il Marco ha però avuto grandi meriti agitando la palude per tanti anni stagnante della politica italiana e sarebbe ora che entrasse o meglio ritornasse in Parlamento. Dovrà aspettare cinque anni? C'è un modo altamente costituzionale per dargli l'ambito scanno e lo meriterebbe. Almeno si calma, forse. Poche parole sull'enorme scandalo del calcio. Vedevamo le partite, sicuri di assistere ad un gioco talvolta violento, ma sempre ai limiti della dignità e civiltà. Eravamo degli ingenui. Ora che facciamo? Continuiamo a vederle ma con altri occhi: seguiamo l'arbitro in tutti i suoi spostamenti sul campo. Chi guarda ancora il pallone? Che gusto c'è? Pochi cenni sullo scandalo politico di questa estate. La Telecom è una grande azienda italiana. Attorno ad essa è nato un grosso casino che rischia di oscurare quello del pallone. Il Governo afferma che cercava di capire quel che stava accadendo nell'importante e cruciale settore delle telecomunicazioni, ma lo ha fatto in modo dilettantistico, almeno se è vero che uno dei protagonisti della vicenda è solo un consigliere del presidente del Consiglio, nominato proprio per le capacità professionali nel campo economico anche se poi egli stesso si è definito un "artigiano" nella fattispecie. Che fa il consigliere? Scrive su carta intestata di Palazzo Chigi un progetto di sistemazione della suddetta Società che prevede un ritorno dello Stato in un'azienda già privatizzata, e lo manda al presidente della Telecom. Il vertice di Palazzo Chigi dice di non saperne nulla. Prodi lo ha ripetuto in Parlamento. Gli crediamo sulla parola. Ma sorge in molti una domanda: che razza di consiglieri sono questi? Prendono un'iniziativa esplosiva e non informano il Presidente del Consiglio? Vatti a fidare. La storia del consigliere, poi dimissionario, fa il paio con quella del capo della sicurezza di Telecom il quale è coinvolto in un'altrettanta clamorosa vicenda, ma di spionaggi e intercettazioni telefoniche. Anche di lui si fidavano in Azienda. E' questa l'Italia che cambia? Prodi non ha un partito dietro di sé e questo suo handicap conta molto nella guida politica del Governo di un grande Paese . Non si può però sorridere sempre, anche quando rifila a milioni di cittadini - dando ragione al suo predecessore che in campagna elettore li aveva avvertiti - una stangata fiscale quasi senza precedenti. Berlusconi, nel dibattito alla Camera, ha detto ripetutamente ai suoi: lasciatelo parlare, finisce col travolgersi da solo. Ben detto, ma intanto che si fa? Si ride anche noi per le surreali battute del Presidente a proposito delle guardie svizzere. E basta? Se Prodi dovesse cadere sulla buccia dell'enorme banana della legge finanziaria che, tanto per gradire, ha reso tutti i contribuenti certamente più poveri , chi lo potrebbe sostituire? Scartata l'ipotesi di elezioni anticipate ora come ora, perché nessuno dei mille parlamentari "eletti" nel giugno scorso, rinuncerebbe facilmente all'onore e alle prebende cadutegli dal cielo in quel bel giorno di estate, si tornerebbe a parlare di governi-ponte. Alla larga: potrebbe cadere sul nostro collo già debilitato ed esangue dopo la "cura " della premiata ditta Scoppia-Visco, il ritorno di un Dini e simili. Finiamo almeno con un po' di allegria. C'è un tizio (giornalista, proto, tipografo o niente) certamente più umorista involontario del nostro Presidente del Consiglio, ma altrettanto imperioso. Abbiamo riso di più e volentieri leggendo una didascalia che illustrava una foto della Villa Aldobrandini di Frascati in un noto quotidiano della Capitale. Con due parole l'ignoto autore della bella iniziativa ha cancellato dalla storia una famiglia che ha dato un papa e diversi cardinali alla Chiesa e a Roma. Villa Aldobrandini è divenuta Villa Aldo Brandini punto e basta. Vorremmo conoscerlo per invitarlo a cena e per continuare a ridere.
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