arte e mostre
Istituto Giapponese di cultura: programma di marzo
di Sergio Gigliati

A Roma, al Palazzo del Quirinale, Sala degli Specchi, una esposizione - in anteprima - dei nuovi e straordinari ritrovamenti dal V millennio a.C. all'età medievale, in occasione delle recenti campagne di scavo degli archeologi bulgari nella Valle dei Re Traci, realizzata grazie al generoso prestito della Presidenza della Repubblica di Bulgaria, ed organizzata dall'Associazione Civita, che già in altre occasioni ha avuto l'opportunità di collaborare con il Quirinale.

La rassegna propone reperti, alcuni dei quali oggetto di intervento di restauro e conservazione, che testimoniano non solo la ricchezza e la raffinatezza della cultura tracia, ma anche le sue analogie con l'espressione artistica di altre culture, quali quella classica, con cui venne in contatto a partire dagli ultimi secoli dell'era pre-cristiana.

Forme raffinate e delicate, realizzate attraverso la preziosità delle materie impiegate, che accomunano nell'amore per il bello traci e romani, che ebbero in comune anche stile di vita, caratterizzato dal rigore dei costumi, e fierezza guerriera.

Un lungo cammino a ritroso nel tempo con inestimabili testimonianze, quali gli oggetti di culto del tardo Calcolitico (seconda metà del V millennio a.C.) tra cui ricordiamo una pregevole statuetta rappresentante la Madre Terra, una donna seduta su un trono, con gli occhi a rilievo, quasi due chicchi di grano, il naso a becco, il seno appena accennato, con le braccia socchiuse ad arco e raccolte sul ventre come le gambe, ed un vaso zoomorfo che rappresenta un toro, sposo della dea Madre.

Di fattura altrettanto squisita, gli oggetti del corredo funebre di un nobile tracio del V secolo a.C., un colino d'argento finemente cesellato con manico ricurvo a testa di cigno, un anello sigillo in oro e cristallo di rocca, un'hydria attica a figure rosse, ed una corazza in bronzo che presenta anteriormente un ornamento dorato con la raffigurazione di Gorgone-Medusa, ed ancora un kylix d'argento con la rappresentazione dell'eroe corinzio Bellerofonte che uccide la Chimera.

Ma anche tesori provenienti dalla tomba regale di Shipka (inizi del III secolo a.C.), bronzi, una corona d'oro a foglie di quercia, elmi, schinieri, spade, punte di lance, vasi in oro ed argento, tra cui ricordiamo un'oinochoe, altri in alabastro, così come quelli provenienti dalla tomba di un sovrano a Malomirovo-Zlatinitsa, il cui corredo funerario è fra i più ricchi sinora rinvenuti in Bulgaria (IV secolo a.C.), una tomba che consente di ricostruire i singoli momenti del rito funebre che seguono alla deposizione del corredo funebre.

Ed ancora le guarniture per finizioni equestri, destinate ad ornare la testa, il petto ed i fianchi del cavallo, realizzate in bronzo, argento, argento dorato, a volte anche in oro e smalti, in quanto i cavalli bardati rappresentavano uno status symbol del sovrano e della nobiltà tracia, o l'imponente testa in bronzo del sovrano ritrovata nel tumulo Goljama Kosmatka, forse il re Seute III, dalla particolarissima lavorazione degli occhi.

Essendo impossibile elencare tutti i reperti, concludiamo con il tesoro di tumulo Svetitsa, ove è sepolto un nobile tracio, forse seguace di Orfeo in quanto presenta il corpo sezionato, con gli oggetti personali del sovrano e quanto necessario per la vita nell'aldilà, comprendente un anello sigillo in oro sul quale è incisa la figura di un atleta, ed una maschera funebre, finemente cesellata, riprodotta a lato, in oro a 23 carati dal peso complessivo di 673 grammi, lavorata attraverso la colatura a stampo, raffigurante un volto maschile con barba e baffi, ad occhi chiusi.

Completa la rassegna un pregevole volume a cura di Luciana Del Buono e fotografie di Giovanni Ricci Novara, edito da FMR-ART'E'.

Sino al 15 marzo, Palazzo del Quirinale a Roma, con orario lunedì-sabato 9,00-13,30 / 15,30-19,00; domenica 8,30-12,00. Ingresso libero.