cinema
Being Julia
di Franco Olearo

USA/Canada/UK/Ungheria 2004
Regia:
Istvan Szabo'
Sceneggiatura: Ronald Harwood
Durata: 105'
Interpreti: Annette Bening, Jeremy Irons, Bruce Greenwood
Genere: Commedia,drammatico

Londra 1938: Julia Lambert e' una diva sul finire della sua giovinezza ma ancora molto ammirata per il suo talento. Mentre e' in cerca di qualcosa o qualcuno che ridia slancio alla sua vita e rigeneri la sua passione per la recitazione, si imbatte in un suo giovane ammiratore americano di cui diventa amante. Ma quando si accorge che Tom l'ha lasciata per un'attrice esordiente che lavora nella sua stessa commedia, la sua vendetta sara' terribile perche' "in teatro come in guerra tutto e' permesso"

Siamo a Londra nel 1939 ma i prodromi della guerra imminente non si fanno ancora sentire (solo un accenno di sfuggita al trattato di Monaco). Al contrario, i coniugi Julia e Michael (lui piacente e valente impresario teatrale, lei attrice al culmine della notoriete' pensano sopratutto a godersi i privilegi della loro posizione nella Londra che conta e a concedersi con molta disinvoltura alcune "distrazioni coniugali" senza peraltro infrangere il loro sodalizio professionale.

Il baricentro assoluto della storia, tratta con buona fedelta' dal romanzo omonimo di Somerset Maugham e sceneggiato dal premio oscar Ronald Harwood (Il pianista) e' lei: Julia (la brava Annette Bening). Donna intelligente e sensibile, e' consapevole del suo talento artistico che finisce per utilizzare anche nella realta' (sa piangere a suo piacimento, sa arrabbiarsi, ridere o disperarsi conservando una voce chiara e modulata) in modo da riuscire ad essere sempre al centro dell'attenzione. Si e' filosofeggiato molto su questo film, visto come emblema dell'essere e dell'apparire, del nostro indossare una maschera davanti al resto della societa' che si finisce per mantenere anche nel privato.

A dire il vero ben poco di questo profondo messaggio traspare dalle immagini, colpa della regia che non e' riuscita a far reagire gli ingredienti a sua disposizione in una messa in scena credibile. La crisi esistenziale che percepisce Julia non e' motivata dall'aver perso le ragioni del suo recitare, ma perche' teme, all'opposto, che l'eta' che avanza non la rendano piu' eccelsa nell'unico mestiere che ama. E mentre viene commesso l'errore tecnico di far dire ad un commentatore fuori campo cio' che dovremmo cogliere con le sole immagini (lo spettro del defunto mentore di Julia, che le ha insegnato a calcare il palcoscenico, le ricorda continuamente che la sua unica ragione di vita e' recitare), forse la Bening e' cosi' naturalmente brava e sicura di se' da renderle difficile per recitar di recitare.

Dalle abbondanti lacrime profuse da Julia dovremmo probabilmente commuoverci alla love story fra lei e il giovane Tom ma stentiamo a considerarla cosi' coinvolta emotivamente nei confronti di un giovane che fin dalle prime battute appare come un cinico simulatore, oltre a essere portatore di un modesto fascino maschile.

Altro elemento clou della vicenda e' la battaglia, tutta al femminile, fra la matura Julia e la giovane attricetta intenzionata a scalzare la sua posizione con il pi classico dei mezzi, quello della camera da letto. Anche in questo frangente dobbiamo dichiararci delusi perche' non assistiamo a una difficile battaglia ad armi pari, ma ad un piu' banale scontro fra intelligenza e stupidita' fra talento e mediocrita'

Dobbiamo riconoscere al film un'accurata ricostruzione della bella vita londinese alla fine degli anni trenta con stupende scenografie d'ambiente, sfavillanti costumi e languide canzoni d'epoca ma, forse, e' proprio la vita fatua e impalpabile dei protagonisti, priva del contrappunto della tragedia imminente, a farci perdere interesse per i loro intrighi amorosi e professionali. Il confronto con Gosford Park di Altman risulterebbe troppo impietoso.

(per gentile concessione di www.familycinematv.it)