medicina
ansia, quella che ci cammina accanto

L’ansia fa parte della vita e ne e’ una parte fondamentale. Ogni giorno passiamo per situazioni ansiogene, che si hanno in occasione di prove da sostenere, traguardi raggiunti, corteggiamenti o semplici imbottigliamenti nel traffico cittadino. Sentirci in ansia e’ importante, perche’ si tratta di uno stato che aiuta a svolgere bene i compiti che ogni giorno la vita ci riserva.

Il grande problema ‘ quando l’ansia diventa eccessiva e domina la vita di alcune persone al punto da condizionarne semplici attivita’, come entrare in un ascensore, viaggiare in aereo, presentarsi a qualcuno o semplicemente scrivere un assegno. In questi casi si entra nella fobia o nel panico, e qui deve entrare in scena il terapeuta.

Le fobie affliggono una percentuale molto grande della popolazione; si tratta di casi molto comuni, che vengono visti come fisime da coloro che non ne sono affetti.

Esistono disturbi che possono essere raggruppati all’interno di un unico disturbo ansioso, come l’agorafobia, le fobie specifiche e la fobia sociale. La fobia specifica e’ quando una persona entra in ansia quando si trova davanti un qualcosa che la scatena. In quel momento si hanno alterazioni psicosomatiche, come la tachicardia, l’aumento della sudorazione ed in certi casi perdita dei sensi.

La fobia sociale e’ piu’ comune ed e’ in relazione con un disturbo del pensiero. In alcuni casi puo’ scatenarsi allorquando si verifica una situazione che ricorda una umiliazione subita; subito, al ricordo, la persona entra in panico. In almeno un quarto dei casi si registrano antecedenti familiari. La maggioranza dei pazienti e’ di sesso maschile e molto spesso si tratta di soggetti che hanno attinenza con l’alcool. Bevendo, l’individuo perde il timore e si sente piu’ forte; il problema e’ che l’alcool finisce per divenire una necessita’ e si puo’ finire etilici.

In questa fobia si incontrano aspetti ben marcati, sia fisici come tachicardia, rossore, diarrea, sudorazione, che psicologici, come alterazione nell’interpretazione della realta’ o blocco del comportamento. Il grande problema e’ che molti malati non si rendono conto di esserlo; sembra che solo un ventesimo di essi ricorra alle cure dello specialista.

L’agorafobia, o paura degli spazi aperti, in realta’ puo’ nascondersi dietro sintomi apparentemente diversi o mascherare una fobia a sua volta diversa. Chi ne e’ affetto spesso finisce per evitare di uscire di casa quanto piu’ possibile. Anche in questo caso molte persone non sanno di essere malate e non pongono attenzione a quel loro sedersi, al cinema o a teatro, vicino alla porta, o sul sedile di prima fila del pullman.

Il fatto scatenante una fobia ha maggiore o minore impatto a seconda della personalita’ della vittima, ovvero delle qualita’ e delle caratteristiche che la persona ha gia’ in se’ prima dell’evento scatenante, ma anche della situazione familiare specifica. In tal modo si hanno persone che di fronte al fatto violento si psicotizzano, ovvero impazziscono, ed altre che invece cominciano ad avere problemi affettivi, ansia e depressione.

Gli attacchi di panico hanno tre componenti che sogliono essere crisi di breve durata, ma di effetto devastante. La prima componente e’ che nella maggioranza dei casi sono spontanei. La persona puo’ star guardando la tv, in autobus o conversando con qualcuno, quando arriva l’attacco, sconvolgendo il tranquillo scorrere della giornata.

La seconda componente e’ quella dell’ansieta’ anticipatoria. La persona comincia a sperimentare la paura della paura. Se ha avuto un attacco, ha paura di un nuovo attacco; diventa molto intenta a trovare il modo di sfuggire alla situazione, con pastiglie, telefonate agli amici, ricerca di qualcuno che possa uscire insieme.

La terza componente e’ l’agorafobia che, nella maggior parte dei casi racchiude le altre due.