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Agostino, un uomo di Chiesa
di Santiago Sierra Rubio

Una delle chiavi d'interpretazione della vita e della dottrina dell'uomo Agostino è, senza alcun dubbio, la sua concezione della Chiesa ed il lavoro che ha sviluppato in favore di essa.
Senza pretendere una esposizione esaustiva di tutte le implicazioni ecclesiali ed evangelizzatrici del ministero del vescovo di Ippona, in questo studio si offre al lettore un primo contatto ai diversi campi in cui quest'uomo si impegnò in modo decisivo al servizio della Chiesa; il fondatore, polemista, riformatore, pastoralista, sacerdote, predicatore della parola, uomo di tutti e contemplativo, è visto nella e dalla Chiesa: a volte difendendone la causa contro tutti coloro che ne ponevano in pericolo l'unità ed altre esponendone la dottrina per il progresso dei fedeli.
In ogni caso Agostino è il servo fedele della Madre Chiesa. Agostino è nella Chiesa, prima di ogni altra cosa, un amico, un confidente sincero che racconta le sue esperienze.

Conosciamo Agostino soprattutto perché egli stesso ci racconta come perse la fede e andò di errore in errore, come tornò alla verità, alla "cattolica", come piace chiamare la Chiesa, come passò, rinunciando ad ogni speranza terrena e ad ogni ambizione, dall'essere un professore con aspirazioni ad incarichi ed onori, a servo di Dio e della Chiesa. Può essere interessante osservare questo Agostino di Chiesa, questo Agostino servitore e con la chiara coscienza di essere figlio di questa Madre.

Agostino conobbe il razionalismo che rigetta ogni fede, il materialismo incapace di concepire lo spirito, lo scetticismo che vede chiusa ogni via per poter indirizzare la propria vita (cfr. Confessioni, 6, 11, 18); si sentì distrutto, morse la polvere dell'assurdo, senza nord, senza guida, sperimentò la ribellione della sua volontà e la tragedia più profonda di una vita senza senso, quando si trovava più insoddisfatto sentì la frustata della grazia e tremando, tra le lacrime, in un giardino della cità di Milano, il suo cuore si purificò in quelle parole di San Paolo: "non in mezzo a banchetti e all'ubriachezza, non nella lussuria e nell'impudicizia, non fra contese e gelosie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non datevi cura della carne per soddisfare le concupiscenze" (Romani, 13, 13). Qui, in questo giardino di Milano, ha avuto luogo una delle esperienze più interessanti della storia del cristianesimo. Ma qui non termina tutto; si può dire che è qui dove nasce Agostino come uomo di Chiesa e per il popolo. A partire da questo momento solo una realtà attira l'attenzione di Agostino: la Chiesa.

L'uomo che non si accontenta del "poema", senza dubbio grandioso, delle Confessioni e voglia penetrare nell'autentico Agostino, incontrerà un uomo appassionato della Chiesa, la sua passione è la "passione" dela Chiesa; questo è il senso delle sue parole: "Sono schiavo della Chiesa, massimamente dei suoi membri più deboli, senza che importi sapere che tipo di membro sia io stesso" (Il lavoro dei monaci, 29, 37). Senza la Chiesa non si può comprendere Agostino. Prima che fondatore, polemista, riformatore..., Agostino è il servo di Dio che si preoccupa smisuratamente dell'unità della Chiesa, o, per meglio dire, se è fondatore, polemista, riformatore, pastore, è a causa della Chiesa e per la Chiesa; non è perfino errato l'affermare che se è un gran pensatore e teologo, lo è per essere uomo-Chiesa e al servizio della Chiesa.

Da qui nasce la sua opera, da qui acquista senso la sua vita.