speciale patrimonio dell'umanita'
la reggia di caserta
di Giuseppe Martino Martinelli

Patrimonio dell'Umanita' dal 1997

La maestosita' della costruzione, la ricchezza degli interni e la cura del paesaggio circostante distinguono la reggia di Caserta da costruzioni simili dello stesso periodo. L'acquedotto carolino e' un capolavoro di architettura ed ingegneria, mentre il complesso manifatturiero di San Leucio e' importante soprattutto per i suoi valori ispiratori

ubicazione in Campania, N 41°04' E 14° 20'

storia Carlo VII di Borbone sali' sul trono del Regno di Napoli nel 1734.
Nel 1750 decise di costruire un palazzo monumentale, che sarebbe divenuto simbolo del suo regno. Fece iniziare i lavori due anni piu' tardi, sotto la direzione di Luigi Vanvitelli. Il progetto prevedeva il palazzo reale e il parco, ma il progetto subi' alcune modifiche dopo la morte del Vanvitelli. Il Palazzo non fu infatti completato con i quattro torrioni previsti nel progetto originale, mentre il parco fu modificato e terminato da Carlo, figlio dell'architetto, e fu inoltre aggiunta da Ferdinando IV, figlio di Carlo VII, una riserva di caccia.
Carlo VII acquisto' inoltre il borgo e la collina di San Leucio, nei pressi della reggia. Sulla collina, oltre al santuario dedicato al santo, trovava posto anche un castello, il Belvedere, costruito in posizione panoramica da una famiglia di feudatari, gli Acquaviva d'Aragona. Ferdinando IV fece ristrutturare il borgo ed il Belvedere e costruire una manifatturiera per la lavorazione della seta. In seguito, il Belvedere divenne prima residenza reale, poi fabbrica per la tessitura e la colorazione della seta.
Dal 1789, gli abitanti del borgo ebbero un proprio codice di leggi, che prevedeva il principio di uguaglianza, l'assistenza sociale per anziani e infermi, l'istruzione gratuita, la parita' sul lavoro tra uomo e donna. Fu l'esempio piu' avanzato dell'illuminismo borbonico, o, secondo una interpretazione alternativa, una primitiva colonia socialista.
Il borgo produsse sete rinomate nel mondo fino al 1861, anno della caduta del Regno e della chiusura della fabbrica. Oggi sono tornati in funzione alcuni telai, esempio di archeologia industriale.
Sia le vasche del giardino del Palazzo reale che la manifatturiera necessitavano una grande quantita' d'acqua. Per questo fu costruito l'acquedotto Carolino, che trasporta l'acqua dalla fonte sul Monte Taburno alla reggia.

caratteristiche Il Palazzo Reale presenta quattro cortili, intorno ai quali si sviluppa il palazzo. La struttura ha una pianta rettangolare, che copre una superficie di circa 50000 metri quadri ed e' composta da cinque piani per un'altezza di 36 metri. Presenta 1742 finestre, delle quali 241 sulla facciata principale, 1200 stanze e 34 scalinate interne. I due vestiboli ottagonali, situati uno sopra l'altro al centro del palazzo, sono coperti da una cupola. Un maestoso scalone a doppia rampa, con la volta affrescata, porta agli appartamenti reali, in stile neoclassico. Dal vestibolo superiore si accede alla Cappella Palatina, mentre sul secondo cortile si apre il Teatro di Corte.
Il parco reale si apre alle spalle del palazzo ed e' attraversato da una serie di fontane barocche, vasche e cascate costellate di statue per i tre chilometri della sua lunghezza. Un posto d'onore spetta, in questo trionfo d'acqua, alla Grande Cascata, alta oltre settanta metri e sede dei gruppi scultorei dedicati a Diana ed Atteone. Carlo Vanvittelli, insieme al botanico inglese Graefer, ideo' e costrui' sulla destra della Grande Cascata il Giardino Inglese, che unisce lo stile inglese al gusto italiano. Il giardino e' caratterizzato dalla presenza di piante esotiche, ruscelli, statue e rovine artificiali.
Il bosco di San Silvestro, situato sui vicini colli di Montemaiuolo e Montebriano, costituisce la riseva di caccia di Federico IV, ed e' attualmente amministrato dal WWF.
L'acquedotto Carolino, considerato un capolavoro di ingegneria idraulica e architettura, attraversa nel suo percorso la citta' medioevale di Caserta vecchia.
La Reggia di Caserta, con i suoi giardini, l'acquedotto e la fabbrica di San Leucio, rappresenta perfettamente lo spirito del XVIII secolo, con il passaggio dal barocco delle scelte scenografiche e dagli effetti prospettici alla purezza dei volumi del neoclassicismo, e si unisce armoniosamente all'ambiente naturale circostante.