opinioni e commenti
La vera sfida dei prossimi vent’anni
di D. B. V.

Non si può dire che la politica regionale e le stesse Amministrazioni comunali, nonché le categorie economiche e professionali più rilevanti, non abbiano tentato di attivare strumenti e destinare le risorse reperibili verso terreni di sviluppo economico o quantomeno di contrasto alla crisi. Nondimeno i dati oggettivi sono quelli fornitici dallo studio dell’Agenzia Umbra Ricerche e illustrati da Mauro Casavecchia ed Elisabetta Tondini.

Tra venti anni, a meno di inversioni di tendenza, l’Umbria potrebbe perdere oltre 65.000 abitanti (scendendo ben sotto gli 800 mila) e verrebbero perse oltre 101.000 unità in età attiva. Questo andamento, che è più negativo di quello medio nazionale, può tradursi, nel ventennio 2022-2042, in un 19,1% in meno di PIL (meno 14,8% in campo nazionale). Non è difficile, almeno a livello di analisi, trasporre queste emergenze sul fronte delle attività economiche: in quattro anni abbiamo perduto 13.000 partite Iva (relazione Tanganelli di Confprofessioni), mentre Confcommercio documenta il numero di chiusure dei negozi, negli ultimi dieci anni solo nei capoluoghi 108 dettaglianti in meno nell’acropoli di Perugia (-13,98% nel resto del comune) e 82 nel centro storico di Terni (-17,78% nel resto del comune). Per contro, lo Studio “Sintesi” di CNA evidenzierebbe un aumento complessivo di lavoratori dipendenti, particolarmente riferibile alle aziende del settore edile. Va detto altresì, nello specifico, che le chiusure riguardano soprattutto esercenti italiani, mentre cresce l’incidenza di quelli stranieri (+30%), dato a consonante ricaduta di quello nazionale.

È questa la situazione da fronteggiare, assai più che i deragliamenti politici con artificiose invenzioni di alleanze e transumanze strumentali in vista di scadenze regionali, comunali e di ulteriore livello. L’innalzamento della produttività è l’unica via non illusoria. La riattivazione delle articolazioni produttive nei centri medi e piccoli del territorio la strada difficile, ma senza alternative. La forte volontaristica spinta all’aumento della natalità, travolgendo ogni perversa filosofia sociale contraria, è la priorità assoluta.

Questa la sfida sulla quale si misureranno programmi e volontà politiche di Destra e Sinistra anche nella nostra regione. Sullo sfondo, come ingenti fattori causali, l’equilibrio tra preservazione dell’ambiente e potenziamento infrastrutturale, l’arricchimento dei servizi primari a persone e famiglie con omogenea diffusione, il recupero degli enormi ritardi in fatto di formazione professionale e moderne specializzazioni.

articolo pubblicato il: 03/03/2024 ultima modifica: 16/03/2024