opinioni e commenti
spoletospedaleide
di D. B. V.

Il nostro continuo auspicio che la Regione voglia riconciliarsi con il territorio si scontra con il precipitare della situazione. La Giunta Regionale dell’Umbria (che prima o poi vorrà spiegare il suo “modello” territoriale in cui si inscrive la pesante marginalizzazione dell’area Spoletino-Valnerina) sta completando il disegno di disarticolazione dell’Ospedale di Spoleto, che – oggi è più chiaro – partì con l’occasionale pretesto della “Covidizzazione”. Licenziando con sospettabile fretta il suo “progetto di integrazione” Foligno-Spoleto e asserendo di dare così attuazione a proposte di una commissione di interni all’ASL, cioè di….. propri dipendenti, condanna il “S. Matteo degli Infermi” – già luogo ininterrottamente fin dalla prima metà del secolo scorso di primaziale chirurgia ospedaliera, innovativa e anche sperimentale – al rango di presidio geriatrico e poliambulatoriale. La nomenclatura DEA “Dipartimento Emergenza Accettazione” suona beffarda, laddove non sono più previste Chirurgia d’Urgenza né Oncologica, Medicina non generale ma piuttosto Geriatrica, né Punto Nascita né Pediatria, niente Traumatologia e Ortopedia se non Protesica. Terapia intensiva non si capisce con quali Reparti collegata e Pronto Soccorso dunque deputato forse ai “Codici” lievi e per il resto a punto di smistamento. Posto che precedenti Amministrazioni Regionali miopemente vanificarono l’idea dell’Ospedale centrale umbro – si diceva nell’area Trevi/Campello - per la popolazione Foligno/Spoleto/Valnerina, sarebbe effettivamente stata suggestiva una sinergia tra le due città e i due plessi ospedalieri, entrambi con le basilari Emergenze per “acuti” mediche, chirurgiche e materno-infantili, ripartendo poi tutte le molte specialistiche con vocazione per l’intera utenza aziendale. Così, invece, si drammatizzano le evidenti insufficienze del “San Giovanni” di Foligno, con momentanea sopravvivenza ma futura prospettiva molto limitante, mentre si spegne il diritto dell’area più critica ed emergenziale dell’Umbria, appunto Valnerina e Spoleto, ad un proprio vero Ospedale di nascita e cura. Nello stesso momento in cui si lasciano formalmente DEA Ospedali già in evidente affanno, peraltro con bacini di utenza pari o inferiori a quello sacrificato……

Se questa è la via scelta dalla Giunta Regionale per tentare il ripianamento del deficit sanitario, non è condivisibile né sul piano tecnico né su quello della equità sociale e coesione territoriale. Il fatto che buona parte di…… quel che resta della politica spoletina abbia deciso di fornire, per vari moventi, avallo acquiescente al progetto regionale, non è un’attenuante ma se mai un’aggravante per chi ne approfitta, peraltro trincerandosi dietro volontà governative tutte da chiarire. La voce della popolazione è tutt’altra cosa e bisogna riconoscere che non ci sono più da un pezzo rappresentanti elettivi disposti a farsene carico.

articolo pubblicato il: 22/11/2022 ultima modifica: 04/12/2022