finanza
la statistica di Petrolini
di Domenico Massa

La crisi nata come finanziaria nel 2008 ha colpito duro. Ciò non ostante alcuni ne hanno tratto enorme profitto. La ricchezza si è spostata in favore di coloro che prima della crisi erano già ricchi. In Italia viene considerato ricco un pensionato con un reddito di cinquantamila euro lordi, ma questa è tutta un'altra storia. In Europa si continua ostinatamente a curare la crisi con l'austerità e questo ha aggravato la situazione: quella dal punto di vista della classe media ed operaia. I ricchi quelli veri, cioè quell' 1% della popolazione che detiene più ricchezza del restante 99% hanno accresciuto la propria ricchezza.

Un dato illuminante della situazione a sostegno della premessa lo abbiamo dal rapporto Oxfam 2018, dal quale emerge che l '82% dell'incremento della ricchezza globale registrata nel 2017, è stata appannaggio dell'1% più ricco mentre il 50% più povero della popolazione mondiale non ha beneficiato di alcuna porzione di tale incremento. Dal rapporto emerge inoltre che i 2/3 della ricchezza dei più facoltosi miliardari del mondo non è frutto del loro lavoro ma è ereditato o è frutto di rendita monopolistica ovvero il risultato di rapporti clientelari. E questo è ancora più significativo se si considera che nel 2016 erano 40 milioni le persone schiavizzate nel mercato del lavoro, tra cui 4 milioni di bambini.

Per sostenere la tesi riguardo la necessità di ricorrere a misure di controllo del debito pubblico ed imporre l'austerità si arriva all'assunto che l'economista John Maynard Keynes con le sue teorie potrebbe essere tranquillamente scambiato per un pericoloso comunista. È tuttavia necessario ricorrere ad un esempio di scuola per permettere di capire quanto sia semplice riconoscere l'assurdità della teoria del controllo del debito e quanto possa essere letalmente sbagliato ragionare come se gli effetti di un intervento sul bilancio di uno Stato fosse paragonabile alle scelte di bilancio di una famiglia.

Ipotizziamo un padre ed un figlio adulto che per tutto il mese si dedicano rispettivamente uno a scavare buche in giardino e l'altro a ricoprirle, appare chiaro che a fine mese non avrebbero di che mangiare. Se invece i due individui del nostro esempio fossero pagati dallo Stato per scavare e riempire buche, a fine mese utilizzeranno lo stipendio per pagare il macellaio, il droghiere e forse potrebbero anche comprarsi qualcosa. Oltre a pagare le tasse che rientrerebbero nelle casse dello Stato, permetterebbero anche al droghiere ed al macellaio di provvedere alle necessità familiari sempre nel rispetto dei doveri fiscali nei confronti dello Stato.

La semplificazione è estrema, ma permette di smascherare i fautori del controllo della spesa e non del controllo della qualità della spesa. Certo chiunque possegga un'enorme ricchezza si preoccupa di non perderne neanche un granello a causa della svalutazione.

articolo pubblicato il: 11/03/2018 ultima modifica: 24/03/2018