storia
la secchia rapita e il porco ammazzato
di Piero Pastoretto

Se qualche lettore ha scorso il mio ultimo intervento su "La Folla", ricorderà forse il mio parere secondo il quale le guerre si dividono in utili e inutili, o per meglio dire, stupide. Voglio adesso fornire un esempio di tale affermazione che ho tratto leggendo un ottimo articolo di Alberto Salvadori sulla "Rivista Marittima"; un articolo che tratta di un conflitto mai nato (altrimenti ci sarebbe ben poco da contare sull'intelligenza dell'umanità), ma che corse il rischio di deflagrare nel 1859 tra gli yankees ed i sudditi di Sua Maestà Britannica. Un conflitto dal quale, se fosse scoppiato, la penna di un novello Tassoni - avvezza a descrivere le guerre idiote tra bolognesi e modenesi per una secchia rapita - avrebbe tratto forse l'ispirazione per un nuovo poema eroicomico: Il porco ammazzato.
La questione nacque con il Trattato dell'Oregon del 1846 tra le due potenze, che stabiliva i confini marittimi lungo il Canale tra la terra ferma e l'isola di Vancouver, proclamandone la libera navigazione per le due parti. La difficoltà nasceva però subito dal fatto che su tale via d'acqua sorgevano diverse isolette disabitate che lo frazionavano in canali minori, circa la sovranità delle quali non c'era alcun accordo essendo di fatto ancora res nullius. In una di queste però, lunga sedici chilometri e chiamata San Juan, il governatore della Columbia Britannica, nonché governatore della potente Hudson Bay Company John Douglas, nel 1853 aveva impiantato una colonia agricola della sua Compagnia con alcuni pastori, sementi e maiali. Fu per questa iniziativa che la sconosciuta isola di San Juan ed un innocente suino si apprestarono ad entrare nella storia.
Sir Douglas riteneva infatti che l'isola fosse ormai de facto possedimento britannico, ma non altrettanto gli americani, che l'anno dopo vi inviarono un funzionario delle dogane per far pagare alla Compagnia il dazio degli animali "illegalmente" importati in territorio americano. Di fronte all'ovvio rifiuto britannico di versare la somma di 80,33 dollari, la Contea di Washington mandò allora sull'isola un gruppo di uomini a prelevare 34 arieti a titolo di risarcimento, per il quale atto l'ambasciatore britannico chiese all'amministrazione statunitense una composizione di 3.000 sterline. È evidente che chi dei due avesse versato le somme richieste dall'altro, ne avrebbe esplicitamente riconosciuta la sovranità su San Juan, e pertanto tutta la faccenda si protrasse fino al 1856, quando fu creata dai due governi una Commissione per i Confini che brillò per non concludere nulla. Dato per scontato che i terreni occupati dallo stabilimento agricolo dell'Hudson Bay erano britannici, nell'isola cominciarono però subito a sbarcare decine di coloni americani che, secondo la legge del loro paese, potevano appropriarsi di quanta più terra possibile che poi sarebbe stata loro riconosciuta come proprietà privata: peccato però che la legge britannica non riconoscesse tali diritti, né si sapesse quale parte dell'isola era americana e quale inglese. E qui si inserisce la triste (per lui) storia del porco britannico, il quale andava a saziarsi delle patate di una fattoria americana e fu ucciso dal proprietario con una fucilata. Il farmer riconobbe la propria colpa ed offrì 10 dollari di risarcimento, ma la Compagnia ne pretese 100 generando i bellicosi propositi della comunità yankee, ben disposta ad usare anche le armi contro un tale sopruso. A questo punto la questione passò nelle mani dei militari americani che fecero sbarcare una compagnia di soldati a "protezione" dei coloni innalzando - orrore per gli occhi britannici - la bandiera stellata. L'Inghilterra rispose inviando sulle acque dell'isola due moderne fregate che avrebbero potuto spazzare via con i loro cannoni il piccolo insediamento militare, e Washington fece sbarcare rinforzi con artiglieria che cominciarono a costruire un forte. Anche la Gran Bretagna inviò allora per ritorsione un reparto di marines. A questo punto dobbiamo soltanto lodare il senso di responsabilità dei comandanti sul luogo, piuttosto che dei governi, se nell'intricata questione non fu sparato mai neppure un colpo d'arma da fuoco. La situazione infatti fu temporaneamente risolta con un'occupazione congiunta di San Juan in attesa di un arbitrato internazionale, che però dovette attendere la fine della guerra civile americana. L'arbitrato fu finalmente assegnato nel 1871 al neonato Impero tedesco di Guglielmo I, il quale inviò una commissione di tre esperti che stabilirono inequivocabilmente che San Juan ed il Canale di Haro che la divideva dalla terra ferma apparteneva alla sovranità degli Stati Uniti.