editoriale
scambio di prigionieri
di G. V. R. M.

La disavventura dei due fucilieri di marina italiani in attesa di giudizio da sette mesi in India sembra che ormai non faccia più notizia. Se la cosa è prevedibile dal punto di vista giornalistico, con tutte le notizie che arrivano ogni giorno alle redazioni, non è affatto giustificabile in altre sedi.

Il premier Monti non ha approfittato della ribalta dell'ONU in cui si parlava di lotta alla pirateria per lanciare una dura accusa all'India, per gridare i nomi di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, ma ha fatto un discorso generico, sulla necessità di cooperare per combattere la pirateria, facendo velatamente intendere che il non rispetto dello status dei militari nelle missioni internazionali metterebbe in discussione la sostenibilità delle stesse. Troppo poco; nemmeno il solito ditino ammonitore.

Nel corso degli stessi lavori, l'ONU ha affidato all'India la presidenza per tre mesi del CGPCS, il Gruppo di contatto per combattere la pirateria sulle coste della Somalia. Non ci permettiamo di dire che si tratta di un autentico sganassone alla nostra diplomazia da parte di una delle potenze emergenti del BRICS, ma la scarsa considerazione nei riguardi dell'Italia in questo caso ricorda per molti versi la storia di Battisti in Brasile.

Circolano indiscrezioni su un presunto scambio che l'India proporrebbe tra i due marò e parte del centinaio di detenuti indiani in Italia. Se fosse vero si tratterebbe di qualcosa di inaudito; i carcerati indiani sono evidentemente in carcere per delitti comuni commessi contro cittadini italiani, o magari contro altri stranieri, non certo scambiabili con due marinai che hanno fatto ciò per cui erano stati comandati dai loro superiori, l'ex Ministro Ignazio La Russa in testa. La sagacia di La Russa meriterebbe un discorso a parte, ma non vale la pena parlarne.

articolo pubblicato il: 03/10/2012 ultima modifica: 03/10/2012