È in fase di avvio fra le Dolomiti il recupero di numerose fortificazioni costruite antecedentemente alla Prima Guerra mondiale, da alcune delle quali non è mai partito nemmeno un colpo di fucile poiché lo sfondamento del fronte da parte dell'esercito austro-ungarico era avvenuto a Caporetto e quindi l'esercito italiano era stato costretto in fretta e furia a ripiegare sulla linea del Piave per non essere racchiuso in una sacca. Molti erano stati fatti saltare in aria prima del ripiegamento, altri ancora erano stati saccheggiati dalla popolazione locale, quasi un auto-indennizzo per espropri di terreni e pascoli mai pagati o ceduti per poco o nulla.
Tali fortificazioni, dei veri e propri nidi d'aquila, e fra di loro in contatto visivo, proprio per la loro natura di estrema ed inespugnabile sentinella si trovano in punti paesaggisticamente eccezionali e dunque meta ambita da parte dei turisti, anche perché possono essere raggiunti da strade di montagna.
A dare il là a quest'opera di recupero e di valorizzazione è il "museo fra le nuvole" sul Monte Rite che in area cadorina domina con un formidabile colpo d'occhio tutta la Val Boite e le famose montagne che circondano Cortina, il Centro Cadore, la valle di Zoldo. Padrino e promotor dell'operazione è stato Reinhold Messner, il re degli ottomila.
Dovrebbero seguire a ruota il Forte di Monte Ricco a Pieve, sede anticamente di un castello, il Forte di Col Vidal nella zona di Pian dei Buoi sopra Lozzo, il Forte del Tudaio, tutti appartenenti alla linea difensiva Piave-Maè. L'iniziativa è inserita in quella comunitaria dell'Interreg III Italia-Austria 2000-2006 per la realizzazione del "Parco della Memoria". Dopo 100 anni ancora oggi desta meraviglia la grandiosità di molte opere viarie e di ingegneria. Un patrimonio che rischiava di scomparire, oggi una importante risorsa turistica per la montagna.