Un sorriso, innocente, semplice, spontaneo, tra persone che non si conoscono. Non vi dice nulla? male!. Vi dice qualcosa? siete fortunati! vuol dire che avete un animo sensibile che siete pronti ad aprire il vostro cuore al prossimo che avete bisogno degli altri, come forse tanti "altri" hanno bisogno di voi. L'incomunicabilità. Siamo soli in un mondo superaffollato, siamo soli in un mondo che ci sfiora ogni giorno senza lasciarci nemmeno una macchia del suo passaggio. Un sorriso: per chi è sulla mia sintonia può capirmi. Può cambiare il significato di una giornata triste, può dare ad una vita priva di stimoli un sussulto di gioia e di speranza nel futuro. Un sorriso: in un mondo di incazzati può farti sperare che non tutto è perduto, può farti sperare che vi è qualcuno sensibile come te e quando due sguardi si incontrano ed un sorriso, seppur timido, seppur disinteressato, appare sulle labbra si apre un mondo diverso da quello che viviamo tutti i giorni. Nel cuore vi è una specie di fremito che scuote quella maledetta monotonia che è la vita. Chi ci ha sorriso? Forse non lo sapremo mai, forse non conosceremo mai la dolcezza di quelle labbra che si sono leggermente schiuse ma sono certo che quell'immagine ci rimarrà impressa dolcemente nella memoria.
Perché ho affrontato questo argomento che può sembrare marginale nella vita frenetica che viviamo? per una mia esperienza personale che è accaduta almeno una decina di anni fa. L'episodio è banale e tanto più è banale e tanto più da forza alla mia convinzione che nella vita le gioie sono episodi sporadici e limitati terribilmente nel tempo. I dolori sono già segnati e sono una scadenza già segnata su quel maledetto calendario dal quale non possiamo sottrarci. Perciò un fatto inatteso, un esplodere di un fuoco d'artificio che può essere il brillare di un sorriso non può che essere messo in quel piccolo scrigno riservato alle gioie.
Un giorno di tanti anni fa, come detto, in una di quelle poche occasioni in cui mi sono trovato costretto ad andare in ufficio postale, per le solite assillanti banalità, mi trovai in una situazione assurda (non poi tanto). Le operatrici, non ricordo per quale motivo, rallentavano terribilmente lo scorrere della fila ed il malumore tra le persone cresceva con il passare del tempo. I volti erano cupi ed i commenti erano sempre più esasperati. L'atmosfera era elettrica e dire che tutti erano "incazzati come belve" è dire poco. Ad un certo punto, uno dei poveretti che come me aveva atteso ore, riesce a raggiungere lo sportello e dopo aver risolto i suoi problemi di bollette, si avvia verso l'uscita. Era un signore di una certa età, con una sfarzosa barba bianca. Al suo passaggio mi viene da dire, quasi tra me e me: " quando è entrato aveva la barba nera", a significare la lunga attesa. Con mia sorpresa, proprio perché credevo di aver pensato e non di aver parlato, vidi una ragazza, di cui non ricordo il volto, che mi rivolgeva un sorriso, lo ricordo, che mi aprì il cuore e che di colpo mi fece dimenticare l'irritazione di quelle ore passate in uno squallido ufficio postale.
L'importanza di un sorriso...se dovessi ricordare in quale periodo della mia vita si è svolto questo semplice e banale episodio non lo saprei proprio dire: quanti anni fa, in quale periodo della mia vita e a quali ricordi di quel periodo? Il vuoto completo. Quel sorriso però lo ricordo bene, come se lo avessi ricevuto oggi.