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pallottole e palloni

L'ultima vittima eccellente della mafia colombiana è stata Isaias Duarte Cancino, arcivescovo di Cali, colpito da cinque pallottole calibro 7,65, di cui tre mortali. Sembra che gli assassini siano fuggiti in motocicletta.
Il prelato non mancava occasione di attaccare i narcotrafficanti del cartello di Cali; ultimamente aveva denunciato alcuni politici che si facevano finanziare le campagne elettorali con i fondi della mafia.
Secondo il procuratore generale della Colombia, Luis Camilo Osorio, il delitto è maturato in seno ad un'alleanza estemporanea tra ambienti mafiosi e gruppi guerriglieri, ma le due organizzazioni rivoluzionarie colombiane hanno prontamente smentito, proclamando la propria estraneità all'assassinio.
In Colombia pochi settori della società sfuggono alla mafia; perfino il calcio è in mano ai narcotrafficanti. Le presidenze dei due maggiori organismi calcistici (le leghe locali) si assegnano con il beneplacito di Miguel e Gilberto Rodriguez Orejuela, del cartello di Cali, nonostante i due fratelli siano rinchiusi in carcere.
In una riunione dei presidenti delle principali società calcistiche, il mese scorso, fu deciso di far presiedere la lega professionisti a Juan José Bellini (legato alla mafia di Cali e reduce da quattro anni di carcere) dietro le insistenze di Efrain Pachon, presidente del Cucuta Deportivo, una squadra fantasma che non gioca né in serie A né in B ma che ha diritto di voto nelle decisioni assembleari.
L'operazione non è riuscita, almeno per il momento, per la viva contrarietà manifestata dal presidente della Colombia Andrés Pastrana, ma le pressioni in favore di Bellini sono molto forti e in tanti sono sicuri della ascesa di quest'ultimo alla presidenza della lega.