attualità
lingua corsa, lingua viva

Si fa sempre più massiccio ed agguerrito il movimento per la rivendicazione presso il governo di Parigi della dignità istituzionale della lingua corsa.
La Francia è il Paese europeo più accentratore in materia amministrativa (fermo per molti versi alla struttura napoleonica); una struttura che diventa scelta politica poiché, non riconoscendo le autonomie regionali, si respinge l'ipotesi che il francese non sia l'unica lingua di tutti gli abitanti della repubblica.
Se si pensa che nei confini della Francia ci sono popoli lontani dalla cultura dominante, come gli alsaziani e i bretoni, o ricchi di una grande letteratura come gli occitanici o impregnati di propri usi e costumi come i corsi, ci si rende conto della differenza con l'Alto Adige, la Val d'Aosta, la Venezia Giulia o con una Spagna che fa delle sue diversità regionali occasione di crescita culturale.
Si è svolta ad Ajaccio una composta manifestazione di Corsica Nazione, associazione che, a differenza degli indipendentisti, non chiede il distacco violento dalla Francia, bensì il riconoscimento della propria peculiarità, a cominciare dalla lingua (una sorta di italiano che ricorda i dialetti del Centro).
Dietro un grande striscione (c'era scritto "Lingua corsa ufficiale") si sono trovati a marciare corsi di tutte le età, dai bambini delle elementari agli anziani pensionati, ma soprattutto tanti giovani che innalzavano bandiere con la Mora di Corsica e cantavano il vecchio inno "Dio vi salvi Regina".
Nonostante la polizia fosse presente in modo massiccio non si sono avuti incidenti, nemmeno quando i manifestanti sono passati davanti a palazzo Lantivy, simbolo del governo francese. La manifestazione si è conclusa con un comizio della sindacalista Giacometti che ha rivendicato l'insegnamento nella lingua madre dalle scuole materne all'università, mentre decine di giovani alzavano sulle proprie teste un'enorme bandiera con la Mora.