L’incontro artistico tra Eleonora Gusmano, attrice, regista e performer, e Alessandro Romano, musicista eclettico e sound engineer, genera Orchi_dee. Il collettivo nasce nel 2017 e debutta con l’“Ora blu”, un ibrido performativo in cui la parola viene deformata, scomposta e sublimata, superando il legame indissolubile tra significato della parola stessa e la dimensione sonora. Inoltre, fondendosi e confrontandosi con la manipolazione degli effetti elettronici eseguiti dal vivo. Il duo partecipa a Festival e Rassegne teatrali e la drammaturgia de l’“Ora blu” si classifica al secondo posto del Premio Nazionale InPlatea. “Secondo Natura” è il secondo progetto del gruppo Orchi_dee. Esso parte dall’indagine sul territorio sviluppata insieme agli abitanti di Callianetto e Castell’Alfero in provincia di Asti. Lo spettacolo ha debuttato nel 2020 a Castell’Alfero, per replicare a Monopoli a Gennaio 2022 alla rassegna Visioni d’insieme.
Rez
liberamente ispirato ad “Altri Libertini” di Pier Vittorio Tondelli
Regia Eleonora Gusmano
con Eleonora Gusmano e Alessandro Romano
Live electronics e sound engineer Alessandro Romano
Adattamento Orchi_dee
Foto di scena Giovanna Onofri
Progetto grafico Ania Rizzi Bogdan
Produzione Orchi_dee
Ar.Ma teatro Via Ruggero di Lauria, 22 – Roma dal 3 al 5 Marzo 2023 | h 21.00 | domenica h 18.00 Info e prenotazioni: 06.51964061 - 333.9329662 e-mail: infoarmateatro@gmail.com - orchidee.produzioni@gmail.com Biglietto 12€
Note di regia
“È questo che la morte di Andrea mi mette davanti, spietatamente: il lato negativo di una cultura e di una generazione che non ha mai, realmente, creduto a niente, se non nella propria dannazione. C’era qualcosa che non andava allora, ed era il mito dell’autodistruzione. Qualcuno ne è saltato fuori, qualcun altro no e ha pagato carissimo.”
Rez, in dialetto reggiano Reggio Emilia, diventa per noi luogo archetipico fermo nel tempo, ai primi anni ottanta, in cui far muovere i personaggi sbandati, eccessivi e voraci delle storie che raccontiamo. La cornice che le unisce è un incidente automobilistico appena avvenuto: vetri, sedili di una macchina e un corpo sbalzato fuori.
Rez non è più una città ma incrocio di strade di vite percorse, traiettorie in cui si incontrano i personaggi apolidi e sospesi rievocati dai performer, come spettri nella ricerca di un dialogo tra generazioni. Crash è scritto sulla maglietta di uno dei due, in caratteri fumettistici, quasi pazienteschi: i nostri personaggi hanno fatto Crash. Crash come la velocità senza controllo della ronzinante cinquecento con cui viaggiavano e di cui restano solo alcuni relitti in scena. Crash come i bicchieri che si sono scontrati troppe volte per l’ennesimo brindisi al Posto Ristoro della stazione. Crash come gli ideali rivoluzionari di una generazione che si scontrano col riflusso post ideologico e l’abisso dell’eroina. Crash come quattro giovani donne che se ne fregano della loro reputazione e si rincorrono strepitando in bicicletta in una Rez addormentata. Crash come le scritte sovrapposte su un tavolaccio per lasciare il segno. Crash quando a ventuno anni hai già fatto, vissuto tutto. Crash come il suono dell'energia vitale, bruciante, incapace di spegnersi del tutto nonostante il peso degli “scazzi e degli svacchi”. Crash come l’odore del mare del Nord, dell’Oceano che arriva su e ci porta all’Avventura!
Questo accomuna le storie contenute in “Altri Libertini” di Pier Vittorio Tondelli a cui ci siamo
ispirati e il dolorante commiato per la prematura ed improvvisa scomparsa dell'artista Andrea
Pazienza, occasione per lo scrittore per guardare indietro e constatare che “c'è quasi nausea per quegli anni sbandati e quel passato che vorremmo anche noi rigettare in quel pomeriggio vuoto di febbraio”. La messa in scena dello spettacolo prevede un utilizzo intensivo dei microfoni e della musica che, come da tradizione Orchi_dee, diventa essa stessa drammaturgia.
Gli strumenti elettronici sono a vista e l’uso eterogeneo della vocalità e la manipolazione sonora live interagiscono radicalmente in un linguaggio ibrido creando luoghi e atmosfere, accompagnando lo spettatore in un viaggio sensoriale profondo ed immersivo. Il palco è abitato sia dalla ricostruzione dell’incidente che i performer, come protagonisti di un fumetto Frigidairiano, rievocano, sia dal live set elettronico con il quale si commenta in tempo reale lo svolgersi degli eventi. I personaggi sono “citati” dagli attori che entrano ed escono dalla mimesi per indagare la
distanza e l’empatia con quella generazione che ha raccolto esperienze esasperate, nel tentativo di universalizzare l’aspirazione giovanile dello spingersi oltre le consuetudini, le convenzioni sessuali, la famiglia tradizionale, e al limite con l’autodistruzione.
articolo pubblicato il: 26/02/2023