Emergono così i conti in sospeso, mai davvero affrontati, in cui rancori e livori, ma anche sopiti desideri, tornano prepotentemente alla luce.
NOTE DI REGIA
“Tre anime ferite, inconsapevoli della loro essenza perché sopraffatti dal dolore e dalla superficialità che la vita li ha portati a vivere. Costretti in un piccolo spazio da condividere emergono piccoli frammenti di verità in un gioco che li mette a vestire i panni sia della vittima che del carnefice. In questa carneficina di cuori si legano e slegano, si umiliano, si passano il potere, si curano, distruggono loro stessi e gli altri per trovare consapevolezza, si uccidono per tornare a vivere. Soffocare il dolore emotivo vuol dire nutrirlo, farlo diventare feroce e incontrollabile. I tre ragazzi impareranno che le ferite vanno accolte, vanno scavate, prima di poterle uccidere. Si aiuteranno inconsapevolmente a vicenda, con estrema foga a strapparsi di dosso tutto ciò che non gli permette di vivere e per farlo dovranno sporcarsi le mani di fango, il fango che hanno dentro, passando dalla perversione al sadismo, dalla vergogna alla soggezione, dall’odio all’amore. Le tende della mezzanotte prendono spunto da una lettera inedita di Oscar Wilde e stanno a rappresentare quel velo che si chiude arrivata una certa ora per oscurare e proteggere i propri segreti. Quelle tende che forse aperte fanno entrare troppa luce ma per vedere la luce bisogna essere pronti a restare svegli. Affamati dal riempire quel vuoto che li sta logorando rischieranno tutto per poi strappare quelle tende e sentirsi finalmente vivi… nella follia di una notte magica velata di neve”.
(Elisa Forte)
TEATRO LO SPAZIO
Via Locri 42/44, Roma
articolo pubblicato il: 21/02/2023