Note sullo spettacolo
Cantare Edith Piaf, l’inimitabile mito della canzone francese del novecento che ha segnato un’epoca con la sua prorompente personalità, può rappresentare uno dei più insidiosi rischi nel percorso creativo di un artista. Consapevole del pericolo (e attratto dall’insidia) mi sono avvicinato, da attore-cantante, con estrema cautela al personaggio senza cercarne alcuna identificazione, impossibile tra l’altro. Mi sono piuttosto limitato, per così dire, ad evocarne l’essenza emotiva, osservandone dall’esterno la gestualità, il ritmo, la fissità dello sguardo, la vibrazione vocale.
Ragione per cui, la mia personale interpretazione “tutta al maschile” di quelle canzoni, note alla maggior parte del pubblico internazionale, si esprime con il doveroso distacco necessario a non compromettere quel mondo “tutto al femminile” di una cantante che ha saputo interpretare l’amore nelle sue molteplici sfaccettature con estrema passione. Considero tuttavia che il distacco interpretativo non può annullare del tutto la fluidità dell’anima, il battito cardiaco, l’abbandono sensuale. Gli ostacoli e le difficoltà incontrate durante lo studio e l’ascolto della voce della Piaf hanno
man mano fatto maturare in me l’esigenza di raggiungere una sintesi, forse un compromesso tra forza espressiva e rarefazione evocativa, tra potenza passionale e dilatazione onirica. Tra maschile e femminile.
In questa mia ricerca interpretativa ho voluto restituire al pubblico le atmosfere di un’epoca senza tempo, con uno sguardo contemporaneo e un gusto per il passato in costante equilibrio, accompagnato dal suono della fisarmonica negli arrangiamenti di Marcello Fiorini. L’ironia, il senso del gioco e il piacere della leggerezza sono stati ingredienti fondamentali per rendere omaggio al mito e alla sua personalità, che si espande come un’eco lontana ma ancora presente lungo le gallerie della memoria.
In ultimo, non ho voluto tradurre le canzoni perché quella lingua, la lingua francese, parla la voce di Piaf. In questo almeno, ho cercato di non tradirla. E così…Io canto Piaf.
Gianni De Feo
Teatro di Villa Lazzaroni Via Appia Nuova, 522 – Via Tommaso Fortifiocca, 71 (parcheggio gratuito) - 00181 Roma Orario spettacolo: venerdì e sabato ore 21 - domenica ore 17,30 Biglietti: €22 Intero - €16 Gruppi, CRAL e Convenzioni - €12 under25 e over65 Info e prenotazioni: 392 4406597 – info@teatrovillalazzaroni.com www.teatrovillalazzaroni.com
articolo pubblicato il: 29/04/2025