Nel corso dei secoli lo sviluppo sociale, politico, economico ha ulteriormente marcato il divario fra Paesi e continenti, tanto da influenzare lo stesso clima. Da una parte lo sviluppo industriale con il carico di inquinamento e dall’altra il sottosviluppo di vaste aree del mondo con altro tipo di inquinamento. Il cielo delle megalopoli industriali è irrespirabile al pari delle vastissime discariche all’aperto.
L’attenzione all’ecologia, all’habitat ha certamente diffuso consapevolezza tra i giovani ed anche meno giovani sulla necessità di rivedere il rapporto dell’uomo con l’ambiente.
Da alcuni anni le problematiche legate ai cambiamenti climatici hanno aperto a dibattiti sempre più accesi e confusi, che hanno avuto almeno il merito di diffondere parole come sostenibilità, impatto zero, chilometro zero, economia circolare, ecosistema, impatto ambientale, salvaguardia, …
La politica non poteva non cogliere l’occasione di cimentarsi in provvedimenti di pancia o addirittura fantasiosi più che basati su fondamenti scientifici, come l'idea di lasciare crescere vere e proprie foreste lungo le strade delle città.
Molti scienziati affermano che la natura segue le proprie leggi e, senza citare Leopardi, si esprime come meglio crede.
L’uomo potrebbe e dovrebbe dal canto suo fare maggiore attenzione alla cura dei territori per arginare effetti a volte devastanti che si abbattono sul pianeta. Gli incendi, le alluvioni hanno tutti un padre e una madre, colpevolmente responsabili di disastri che si sono verificati anche nel nostro Paese. Ammettere che investire nella cura del territorio a trecentosessanta gradi non dà voti, consentirebbe di fare un grande passo in avanti.
articolo pubblicato il: 30/08/2023 ultima modifica: 13/09/2023