Anna Iskra Donati si forma all’istituto d’Arte di Macerata, dove segue gli insegnamenti di Nino Ricci, Paolo Magri Tilli e dell’architetto Marone Marcelletti. La sua appassionata ricerca artistica si orienta verso l’astrattismo geometrico ed i suoi maestri di riferimento sono gli artisti del movimento futurista e i maestri storici antesignani di tale corrente, Klee e Kandinskij. Assume il nome Iskra, che in lingua russa significa “Astro, scintilla”. Al suo attivo ha più di ottanta mostre personali e più di cento collettive, esponendo in Italia, Spagna, Germania, Stati Uniti e Montecarlo. Dal 2006 è membro attivo del Movimento Iperspazialista e dal 2013 ha aderito al Movimento Temporalista. È animatrice di iniziative artistiche nella sua regione. In varie edizioni è stato membro di giuria del Concorso “Biennale di Giovani Artisti” di Civitanova Marche. Da nove anni cura i “Martedì dell’Arte”, serie di conferenze sul tema delle arti. Nel 2013 fonda l’associazione culturale “Arte”, di cui attualmente è presidente.
Nel 2004 il critico Giorgio Di Genova pubblicò per le edizioni Bora di Bologna un’ampia monografia sull’artista, in cui, tra l’altro annotava: “La Donati, pur senza ricorrere alla geometria frattale, utilizza frammenti di effetti cromo-geometrici con cui crea trasparenti agglomerazioni apparentemente caotiche. In verità i suoi dipinti sono sempre studiatamente articolati nelle giustapposizioni del lacerati geometrici, giustapposizioni e/o aggregazioni che spesso fanno convivere morfemi euclidei con strappi antieuclidei in linea con la sua irrequieta ricerca di nuove soluzioni”. E’ presente nell’Atlante degli Artisti marchigiani pubblicato nel 2007 dall’Editore Motta di Milano. Nel 2011 è stata pubblicata la sua V monografia firmata da Armando Ginesi-Marisa Vescovo-Luca Beatrice-Alvaro Valentini-Giorgio Di Genova-Stefano Papetti-Luigi Dania-Nino Ricci-Carlo Melloni-Leonardo Mancino-Leo Strozzieri e Lucio Del Gobbo.
La Donati è un’artista che fonda la sua opera sull’essenza della forma e della luce. La sua iconografia affonda le radici nell’esempio delle avanguardie storiche dal costruttivismo russo alle influenze di futurismo e astrattismo. Come ebbe già a sottolineare Baffoni in una mostra di qualche anno fa nei suggestivi spazi della Rocca Flea a Gualdo Tadino, “anche i più recenti lavori con i tessuti dove l’artista esprime la necessità del passaggio dalla bidimensionalità alla tridimensionalità affrancandosi ad un processo mutativo che definisce una luminosità in cui non è tanto la materia ad avere la meglio, quanto l’energia interna alle masse”. Ma ciò che colpisce subito lo spettatore per la forza dei colori e l’eleganza delle forme, un percorso che l’artista porta avanti da tempo giungendo oggi, con questa mostra di Perugia, a un alto livello di espressività comunicativa. “Le sue stoffe, scrive ancora Baffoni nel catalogo della mostra, agiscono sempre come catalizzatrici di energie interne, costrette a torsioni, allungamenti, deformazioni per giungere alle definizioni attuali. L’artista trova un ordine interno che ne determina costanti ritmiche comunicative, sottoponendo le materie al proprio stesso intervento. C’è una regolarità di fondo che non può essere evitata e che denota la grande perizia dell’autrice, attenta ai particolari e capace di gestire al meglio ogni dettaglio della superficie”.
articolo pubblicato il: 11/03/2023