L’opera è un grande concerto, in cui gli ambienti, a partire dalla città, sono indiscussi protagonisti. Un gioco in cui elettronica, musica classica, rock, voci, sospiri, rumoristica ed effetti dialogano fra loro andando a colorare la scena di significati altri e di rimandi interni.
I manoscritti non bruciano è una pièce corale in cui gli attori, destrutturando l’andamento originale del testo, ci conducono in un labirinto rarefatto, passandosi il testimone per trasportarci di situazione in situazione, avanti e indietro nel tempo. Sono corpi, voci, ombre al chiaro di luna, sono reali o ricordi, agiscono insieme, si intrecciano, si aiutano, sono in scena tutti al servizio di tutti. Al lavoro attoriale sempre in divenire si affianca l’impeccabile studio sulla luce, intesa come parte integrante della scrittura scenica. In continuo dialogo con corpi e suono, la luce diventa materia, discorso, sostanza solida e significante, capace di apportare quelle trasformazioni che producono la drammaturgia di uno spettacolo. Ombre e proiezioni dipingono scenari e stati d’animo, rimandando a quel mondo onirico e inquietante così tanto presente nel romanzo. Altro focus è quello sul suono, inteso come creatore di scene, come musica interiore dei personaggi, del loro pensiero, il ritmo del loro vivere.
“Gli infiniti piani raccontanti da Bulgakov sono tradotti con una drammaturgia che si sviluppa su vari livelli, che si distacca dall’idea di riduzione dell’opera, che la tradisce, lasciandomi guidare e ispirare dalle possibilità e le sorprese che lo spazio scenico e il lavoro attoriale concedono. Mi interessava raccontare la viltà del potere, le contraddizioni, le relazioni e le fragilità umane in una dimensione onirica in cui abbandonarsi. Restituire la varietà e lo spirito labirintico della scrittura di Bulgakov in un contrasto continuo di luci e ombre in cui immergerci in primis come attori. Mettere tutto per poi togliere e tenere l’essenziale. Così è iniziata la nostra ricerca, con poche parole fondamentali, fotografie e quadri, musiche e rumori, un tulle e tempo per sperimentare.” - Alessandra Chieli
Lo spettacolo ha debuttato il 30 settembre al Teatro Verdi di Monte San Savino all'interno della Rete Teatrale Aretina - Festival dello Spettatore, successivamente è stato presentato all’interno della rassegna di arte, teatro e musica Epigraphè di Città di Castello.
I manoscritti non bruciano Testo e regia - Alessandra Chieli Supervisione drammaturgica - Francesco Petti con Emilio Barone – Berlioz, Il Maestro, Intellettuale Massolit, dottore Alessandra Chieli – Cantante, Stëpa, Margherita Anton de Guglielmo – Ivan, Azazello, Intellettuale Massolit Francesco Petti – Woland, Intellettuale Massolit Scena Ponzio Pilato Voci: Filippo Pagotto – Ponzio Pilato | Michele Guidi - Gesù | Roberto Nisivoccia - Caifa In video: Michele Guidi – Gesù | Andrea Merendelli - Caifa Direttore tecnico e luci – Emilio Barone ; Supervisione tecnica generale - Stefan Schweitzer Musiche originali – Francesco Petti e Emilio Barone; Sonorizzazione, immagini e montaggio – Alessandra Chieli Costumi – Armida Kim ; Assistente di scena – Emma Tramontana Una coproduzione 2022 Teatro Macondo | C.A.P.I. Consorzio Altre Produzioni Indipendenti e Teatro di Anghiari Con la collaborazione e il supporto dell’Istituto di Cultura e Lingua Russa di Roma Con il supporto del Festival dello Spettatore 2022 – Arezzo
I manoscritti non bruciano martedì 10 e mercoledì 11 gennaio ore 21 Teatro Tor Bella monaca Via Bruno Cirino, angolo viale Duilio Cambellotti con via di Tor Bella Monaca - Roma Biglietti: intero 12,00 euro _ ridotto 10,00 euro _ giovani 8,00 euro Prenotazioni: 06/2010579 (dalle 10:30 alle 19:30) promozione@teatrotorbellamonaca.it
articolo pubblicato il: 06/01/2023