“Con l'accelerazione della diffusione del digitale imposta dalla pandemia del 2020 - ha aggiunto Grosso -, il 65% delle aziende B2B ha dichiarato che intende concentrare gli investimenti nell'e-commerce. Inoltre, emerge un altro dato significativo a favore dei modelli B2B, legato alla valorizzazione della customer experience: ovvero se mentre il 59% dei consumatori finali sono disposti a pagare una premialità sul prezzo in cambio di una customer experience straordinaria, questa percentuale cresce fino all'82% per i clienti business; significando che i clienti business danno molto più valore all'integrazione e semplificazione di processo, guardando quindi al cost-saving complessivo e non banalmente al prezzo più basso. L’accelerazione del digitale ha portato circa il 33% delle aziende B2B a generare circa il 50% del loro fatturato per tramite di canali digitali, e questo significa che c'è un bacino composto da circa il 67% di aziende operanti nel B2B, che possono essere efficientate attraverso lo sviluppo o l'acquisizione di progetti innovativi, legati alla digitalizzazione dei processi, che possono arrivare anche dall’esterno”.
“E’ questo il ruolo che dovrebbero ricoprire le nascenti startup, motore del cambiamento: concentrarsi nell’aiutare le Pmi ad innovare i processi, il mercato dell’e-commerce, definire nuovi metodi di gestione e di interconnessione nella filiera. Tutto questo, oltre ad aiutare a crescere il comparto industriale e dei servizi delle PMI Italiane, permetterebbe alle startup di trovare maggiori opportunità di sviluppo e un tasso di successo certamente maggiore”, ha concluso.
articolo pubblicato il: 07/04/2022