Ogni ritratto della serie è centrato sul soggetto, visto prima di tutto come un individuo la cui disabilità è solo uno dei molti elementi che costituiscono la sua identità. Nessuno escluso si propone dunque di accrescere la consapevolezza che le nostre comunità sono sempre arricchite dalla diversità dei suoi membri, siano essi persone con disabilità, donne, giovani, anziani, persone appartenenti a minoranze e tutti gli altri gruppi. Perché ogni società può essere più forte e ricca quando abbraccia la diversità includendo ognuno dei suoi membri, quando nessuno è escluso.
Un libro che ci conduce in un viaggio intorno al mondo, attraverso paesi molto diversi tra loro (Italia, Ecuador, Romania, Nepal, Germania, Albania, Cuba, Mongolia, India, Irlanda, Svizzera, Kenya e Cambogia), con l’obiettivo puntato sulle persone che vivono con una disabilità come individui attivi, con le proprie storie e ambizioni personali, valorizzate e incluse all’interno della società. Porre una nuova luce sulle loro storie, per sollecitare domande riguardo agli stereotipi e alle idee che hanno distorto la visione e i nostri valori nei riguardi di questa umanità: questo fanno le fotografie di Nessuno escluso.
Oltre al testo critico di Alessandra Mauro, le fotografie sono accompagnate anche da una riflessione sulla diversità dello scrittore Giuseppe Pontiggia, un estratto del suo romanzo Nati due volte. Quattordici tra le immagini pubblicate nel volume verranno rese accessibili a persone cieche e ipovedenti con audio descrizione e paesaggio sonoro. Un apparato testuale semplificato agevolerà la comprensione a uomini e donne di ogni età con difficoltà linguistiche o cognitive. Questo apparato sarà disponibile accedendo al sito www.contrastobooks.com
Christian Tasso nasce a Macerata nel 1986, si forma da autodidatta e inizia la carriera fotografica nel 2007 con il suo primo progetto: “The Last Drop”, racconto fotografico di un esperimento che ha visto Tasso vivere insieme a una famiglia contadina marchigiana condividendone la casa ed il lavoro, esperienza di reportage fotografico premiato, nel 2008, al “Fotoleggendo” di Roma. Successivamente, grazie a un lavoro sulla vita delle donne nei masi di alta montagna, vince il premio “South Tyrol Young Photographers Award” a Bolzano e intraprende una collaborazione con l’agenzia fotografica PossePhoto.
Nel 2009, incaricato dall’associazione Rio de Oro, va a vivere nei campi profughi Saharawi per testimoniare la vita delle persone con disabilità all’interno del Sahara Occidentale. Da questa esperienza nasce il progetto fotografico “Nothing and so be it”, grazie al quale vince il premio “The Aftermath Project” di Los Angeles nel 2011. Continua a documentare la causa Saharawi, concentrandosi in particolare sugli abusi subiti dalla popolazione locale. Nel 2013 affitta un appartamento all’interno dell’ex-Hotel House di Porto Recanati in provincia di Macerata, divenuto il condominio multietnico più grande d’Italia; lì risiede per alcuni mesi, decidendo di tenere un corso di fotografia per i giovani inquilini del palazzo con l’obiettivo di attuare un’iniziativa di inclusione sociale. Sempre nel 2013 il Museo Fotografico MUSINF di Senigallia gli conferisce il premio “Giovane Fotoreporter dell’anno” e l’Università di Modena e di Reggio Emilia gli commissiona la realizzazione di “MadrEmilia”, un film incentrato sulla vita dello scrittore Pier Vittorio Tondelli; nel 2014 avvia il lavoro sul fenomeno dell’eremitismo in Europa, dando vita a una ricerca ancora in corso.
articolo pubblicato il: 16/01/2021