Sono rassicuranti i dati che emergono nell'ambito della "valutazione partecipata degli impatti sanitari, ambientali e socioeconomici derivanti dal trattamento di rifiuti urbani" nell'area dov'è situato il Termovalorizzatore di San Zeno. Questo è quanto emerge dalla lettura dei commenti apparsi nei giorni scorsi nei media. Lo studio, non ha evidenziato, infatti, un aumento di frequenza di ricoveri per malattie ischemiche e malattie respiratorie acute nella coorte degli esposti. Questa osservazione di per sé suggerisce assenza di effetti significativi sulla salute pubblica. Anche le numerose indagini dall'Università di Perugia e dall'Università di Pisa, confermano, dati alla mano, che l'impianto di Arezzo è al top, equiparando l'impianto aretino alle migliori esperienze e tecnologie italiane ed europee. Infatti, negli anni, sono stati costantemente eseguiti, sulle linee di produzione, interventi migliorativi e di manutenzione straordinaria che hanno permesso, al contrario di come succede per gli impianti obsoleti, di mantenere in efficienza e sicurezza la produttività. Non solo, i consumi totali dello stabilimento, e quindi anche l§impatto ambientale, negli ultimi due anni sono diminuiti. Vale la pena puntualizzare, riprendendo le indagini effettuate, che sia per la linea di Termovalorizzazione sia per il Trattamento Meccanico Biologico, l'attuale impiantistica risponde alle migliori tecniche disponibili dal punto di vita tecnologico ambientale ed economico (Linee guida Bat) che saranno ulteriormente migliorate con l'implementazione del Piano industriale 2014-2018 già approvato dal Consiglio di Amministrazione, unitamente ad un nuovo impulso verso la ricerca dei migliori metodi e azioni per la diminuzione dei rifiuti e comunque del loro riutilizzo come materia o come beni fruibili. Un Termovalorizzatore, vale la pena qui ricordarlo, a gestione pubblica, la cui missione è quella, una volta sensibilizzata la popolazione a produrre la minor quantità possibile di rifiuti, di ridurre il volume di rifiuti da mandare in discarica e di recuperare energia mediante combustione: non di lucrare sulla massimizzazione dei rifiuti smaltiti. Ecco perché il bacino dei rifiuti è quello del nostro territorio e tenendo conto delle previsioni di aumento della differenziata, la scelta di rinunciare al raddoppio, senza andare a cercare rifiuti speciali. Molto spesso si è parlato con leggerezza del Termovalorizzatore. I luoghi comuni utilizzati, il connotare l'impianto come "vecchio" hanno contribuito ad alimentare interessi diversi sicuramente penalizzanti per il nostro territorio. Mantenere perciò ad Arezzo un patrimonio industriale che si è dimostrato fino ad oggi capace di rispondere, con costi di produzione inferiori a quelli di altri termovalizzatori, con un§attenzione puntuale alla salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini, ai bisogni delle famiglie aretine deve ormai essere opinione condivisa.
Aisa Impianti
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