Tanto di cappello al ministro della cooperazione Riccardi che ha coniato la nuova fattispecie di jus culturae come contrapposizione e superamento dello jus sanguinis e jus soli. Storicamente, per i paesi fornitori di emigrati, specialmente nelle Americhe, nasce lo jus sanguinis che si basa sulla continuazione della cittadinanza per trasmissione di parentela. l'Italia é ancora prigioniera di tale istituto nato dal Regno e trasmesso alla Repubblica; esso é poi sfociato in una legge elettorale oriunda dalla destra e ampiamente sfruttata dalla sinistra che in effetti ha illuso gli italiani residenti all'estero e li ha ribassati a votare in circoscrizioni d'oltremare (togliendo il diritto ovvio di votare alla pari come se stessero in patria) mentre ha troppo generosamente elargito la cittadinanza italiana ad un mucchio di gente solo perché ha o ha scoperto di avere nonni, bisnonni e trisavoli italiani. Con tutti gli scandali emersi dalle truffe allo Stato, ad esempio da parte di agenzie brasiliane e italiane, con la connivenza di comuni italiani e strani personaggi di alcuni consolati che hanno forgiato l'esistenza di nonni penisulari per creare il commercio delle cittadinanze false, con passaporti conseguentemente illegali, tuttavia documenti tanto ambiti dai simpatici orundi. L'Italia ha cosí creduto di espandere i suoi confini elettorali senza fare i conti con le diverse realtá linguistiche, nazionali e culturali nel mondo. I sudamericani in genere, pur figli, nipoti e bisnipoti di emigranti italiani, se ne fregano dell'Italia, intesa come lingua, cultura, storia e geografia! La loro patria e nazione é il Brasile, l'Argentina etc. e non l'Italia pur restando un filo affettivo ma innocuo e inconcludente sotto ogni aspetto. Si sono creati pertanto filoni di pseudo italiani (fatte salve le poche eccezioni) solo per avere un "up grade" col passaporto europeo, utile appena per fare acquiti a Miami o per entrare in Italia per fare poi i propri comodi e spesso illegali affari negli altri paesi dell'Unione Europea. I paesi piú seri come Germania e Portogallo hanno limitato lo jus sanguinis a due generazioni e non "ex tunc ad aeternum" come fa ancora l'Italia! Oltre ad offendere i veri italiani nati dentro o fuori l'Italia, tale legislazione rappresenta una contraddizione al nazionalismo spesso provinciale e xenofobo di molti sudamericani che per viaggiare fuori dai loro paesi natali danno preferenza al passaparto europeo ritenuto piú importante del loro passapaporto nativo. A questo punto, ritengo siano più italiani dei detentori del doppio passaporto e di molti italiani residenti in patria (che parlano orrendi dialetti e non rispettano le istituzioni) i figli degli stranieri nati e legalmente residenti in Italia che hanno frequentato scuole e università italiane e che quindi parlano bene l'italiano, studiano, lavorano e pagano le tasse. Ad essi, sia data la cittadinanza secondo lo jus soli come bene ha difeso il Presidente Napolitano. Pur con tutte le cautele per evitare truffe matrimoniali e di filiazione ai fini di cittadinanza con alimentazione del terrismo o altre ttivitá illegali. Dunque, basta col sangue (lasciamolo per fare l'emogramma nelle cliniche mediche) e avanti con la forza della terra; o meglio con la forza della lingua e della cultura. Deve dunque trionfare lo jus culturae (il padre Dante ringrazia!) e speriamo che si faccia un recall delle cittadinanze e dei passaporti per tutti quelli che non parlano italiano e nulla sanno né vogliono sapere dell'Italia e sull'Italia. Cosí come fanno le case automobilistiche oneste che richiamano, a loro spese, i loro clienti a cambiare alcuni pezzi difettuosi! Il ricambio, in tale caso, sarebbe garantito da un esame elementare di lingua, cultura e istituzioni della nostra penisola.
Riccardo Fontana
In effetti, molti nuovi cittadini italiani in oltremare non sanno nemmeno quali sono i colori della nostra bandiera.
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