"A chi dubita che il teatro italiano stia vivendo una fase di straordinaria vitalità creativa, a chi ancora non crede che sia in atto un decisivo ricambio generazionale - scrive Renato Palazzi sulle pagine de "Il Sole 24 Ore" - suggerirei di vedere il bellissimo L.I. Lingua imperii di Anagoor" in scena venerdì 31 gennaio al Teatro Rossini di Pesaro per TeatrOltre, rassegna dedicata alla scena contemporanea promossa dal Comune di Pesaro e dall'AMAT. Lo spettacolo - scritto da Patrizia Vercesi e Simone Derai (quest'ultimo anche regista) e che recita come sottotitolo violenta la forza del morso che la ammutoliva - è un esemplare concentrato delle modalità espressive odierne coniugato con una profondità di pensiero che colloca il gruppo ai vertici della nuova scena nazionale. Il giorno di spettacolo alle ore 18 presso la Sala della Repubblica (Teatro Rossini) avrà luogo un incontro con la compagnia (ingresso gratuito), terzo appuntamento di Oltre la scena, momenti di approfondimento e riflessione proposti per gli spettacoli di TeatrOltre.
Rigoroso ed emozionante, Lingua imperii mescola parole e visioni, scardina generi e categorie svelando in modo definitivo un talento compositivo sorprendente. La ricerca parte da fenomeni storici acclarati, che hanno visto uomini farsi predatori di altri uomini, e nel XX secolo hanno intriso il suolo d'Europa del sangue di milioni di persone. Una ferita inferta al cuore civile di un continente, alle sue terre, ai suoi confini fino al Caucaso, intreccio fittissimo di lingue e di popoli.
Caucaso, 1942. Due ufficiali tedeschi discutono della quantità di lingue che lì, nel Caucaso, si parlano. Uno d'essi dice all'altro come sia impossibile (ingiustificabile) decidere una discendenza ebraica sulla base della lingua parlata da una certa comunità montana. A tale dialogo, che si svolge in tre momenti, succedono scene-frammenti che piuttosto che sviluppare una storia elaborano un'idea: quella della caccia. O meglio: il sacrificio e la caccia. Dal sacrificio di Ifigenia alle tante forme, ai tanti episodi di caccia e sterminio della storia umana: dai campi tedeschi agli armeni e ai cittadini di Sarajevo.
L.I. Lingua Imperii si inserisce in un percorso teatrale segnato dalla scrittura scenica di Anagoor, compagnia che dalla sua fondazione, nel 2000, è fortemente impegnata nella ricerca dei linguaggi performativi contemporanei. La forma teatrale dello spettacolo è quella del coro tragico in cui si intrecciano il canto, la musica, il gesto e la visionetotemica (parole e visioni). Il coro si esplicita nella presenza in scena di un cast numeroso, composto da uomini e donne di diverse età e accanto agli attori, una cantante di origine armena, Gayanée Movsisyan, depositaria di un patrimonio musicale tradizionale ricchissimo e della memoria di un popolo offeso da un genocidio non dimenticato ma spesso ancora ignorato. Fortemente ispirata dalle prime pagine de I sommersi e i salvati di Primo Levi e alle sue riflessioni sulla sfuggente memoria umana e sulla memoria specifica della Shoah, Anagoor attinge in questo spettacolo a opere letterarie di autori appartenenti a generazioni successive: "parole di uomini che non hanno visto e vissuto quell'orrore in prima persona - spiega la compagnia -, ma alla cui coscienza riemerge la necessità di ricordare con tutto il disagio e la problematicità che questo confronto comporta".
Lo spettacolo è coprodotto con Trento Film Festival, Provincia Autonoma di Trento Centrale Fies, Operaestate Festival e realizzato con il sostegno di APAP Network Culture Programme of European Union. Anagoor è parte del progetto Fies Factory Residenze SC - Culture of change.
Per informazioni e biglietti (posto unico 10 euro, ridotto 8 euro): AMAT 071 2072439, biglietteria del Teatro Rossini 0721 387621. Inizio spettacolo ore 21.
articolo pubblicato il: 28/01/2014