Un gruppo di ricercatori americani sta sviluppando, per la
prima volta, ovuli umani nella loro fase precoce
a partire da cellule madri.
Gli scienziati, dell'Università del Tennessee, hanno sostenuto che il risultato
della ricerca potrebbe aiutare donne con
menopause premature o con problemi di fertilità.
In più hanno aggiunto, in un articolo pubblicato nella rivista Reproductive
Biology and Endocrinology, che potrebbe essere
applicata anche per ritardare la menopausa naturale per una decade o più.
"Lo sviluppo di numerosi ovuli a partire dalle cellule madre adulte
dell'ovaio in vitro offre nuove possibilità per la
conservazione degli ovuli", scrive Antonin Bukovsky, direttore
dell'equipe medica e capo editore della rivista.
Quando nascono, le donne hanno nel loro ovaio circa 2000000 follicoli
che producono ovuli.
Ma già nel periodo della pubertà, questa cifra è diminuita a 40000.
Il numero di follicoli continua a diminuire fino alla menopausa, quando le
donne già non possono produrre ovuli maturi
che possono essere fertili.
I ricercatori hanno scoperto che si potrebbero sviluppare nuovi ovuli
dalle cellule madri dell'ovaio.
Essi hanno preso cellule dell'epitelio superficiale dell'ovaio di 5 donne di età
compresa tra i 39 ed i 52 anni e le hanno coltivate
in laboratorio per un periodo di 5-6 giorni.
Gli studiosi affermano che le cellule dell'epitelio superficiale dell'ovaio
si possono coltivare facilmante, mediante
l'uso di un laparoscopio, uno strumento flessibile simile ad un telescopio.
Secondo i ricercatori, si potrebbero conservare congelate le cellule
dell'epitelio superficiale dell'ovaio di giovani donne
per la produzione posteriore di ovuli freschi, eliminando un gran parte i
rischi legati alla gravidanza di donne in età
avanzata, che naturalmente hanno ovuli maturi.
La possibilità di produrre ovuli e cellule madre potrebbe
permettere lo sviluppo di nuovi follicoli.
Gli scienziati affermano che, grazie a questo, si potrebbe arretrare di 10,
12 anni il principio della menopausa naturale.
Un eminente specialista inglese, il dott. Simon Fishel,
dell'organizzazione Care Fertility, ha però affermato, in un'intervista alla BBC,
che questo studio è in una fase primitiva ed è ancora
presto per essere accettato.