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storia
la lunga linea della libertà

Nel novero delle celebrazioni per i sessanta anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale nessuno ha ricordato la cosiddetta Linea Cometa, la più vasta rete clandestina per il rimpatrio dei piloti alleati abbattuti (e naturalmente sopravvissuti).

Si trattava di una rete composta di soli civili che funzionò in modo del tutto indipendente dal 1942 al 1944, contribuendo al rimpatrio di più di duemila piloti.

La rotta partiva da Bruxelles, attraversava il Belgio, la Francia e la Spagna e finiva a Gibilterra, in territorio inglese.

La maggior parte degli uomini messi in salvo dalla Linea Cometa apparteneva agli equipaggi dei bombardieri B-17, aerei lenti e pesanti che effettuavano missioni diurne sulla Germania, il Belgio e l’Olanda, spesso facili prede dell’artiglieria contraerea e dei veloci caccia tedeschi ME-109 e FW-190. In un solo giorno, nel 1943, sessanta B-17 appartenenti alla stessa unità furono abbattuti sul cielo tedesco, con la scomparsa di più di seicento uomini.

A gruppi di due o tre, seguiti a distanza dagli uomini della Linea Cometa, gli aviatori si spostavano di città in città, muniti di documenti falsi, utilizzando le linee ferroviarie secondarie (meno vigilate), dormendo nelle soffitte, viaggiando in assoluto silenzio, anche a piedi o in bicicletta, prima di incontrare un altro “contatto”.

I punti più difficili erano Parigi (altamente vigilata) ed i Pirenei. L’ultima difficoltà naturale prima di affrontare il difficile percorso spagnolo era il guado del fiume Bidassoa, nei Paesi Baschi, a sedici chilometri da San Sebastián.

Le guide, per evitare le pattuglie, sceglievano sempre notti di pioggia, ma purtroppo aumentava anche la corrente del fiume.

Effettuato il guado, si rischiava di finire nella mani della Guardia Civil spagnola, la quale provvedeva a trasferire i prigionieri direttamente in una prigione della Gestapo, istallata in un edificio pubblico di San Sebastián.

Franco d’altronde, pur essendo ufficialmente neutrale ed arrivando, quando le fortune della guerra si volsero decisamente dalla parte alleata, a dichiarare guerra al Giappone, era amico di Hitler e riforniva di combustibile la Germania.

Molti furono i membri dell’organizzazione a cadere sul campo. Le loro storie sono ricordate nel libro “Il cammino della libertà”, scritto dal giornalista americano Peter Eisner.

Nel libro non mancano episodi anche simpatici; la francese Amanda Stassart, in codice Diane, dovette baciare tutta una notte un pilota americano per ingannare alcuni militari tedeschi che viaggiavano nello stesso vagone. Il pilota apprezzò particolarmente il fuori programma.

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