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i due referendum
di Ada

La Francia ha detto no alla Costituzione europea. Un duro colpo per Chirac, ma questi sono affari suoi, e per Bruxelles. Il consiglio dei venticinque Paesi membri della comunitŕ si riunira’ il 16 per cercare una soluzione che salvi il salvabile, ma e’ indubbio che la via della unificazione politica ed anche economica dell’Europa ha trovato un enorme ostacolo, una grossa crepa nell’edificio comunitario. I francesi ancora una volta hanno mostrato di non credere al futuro di questo tipo di unitŕ dei popoli europei – e di questo eravamo certi – e ne stanno dando una prova senza precedenti. Eppure il trattato costituzionale e’ stato redatto da una commissione presieduta da un francese e le tesi sostenuti dai diversi popoli interessati erano state in gran parte accolte. In realta’ non si riesce a capire se si sia trattato del riaffiorare dell’antico scetticismo e disinteresse che da sempre il popolo transalpino nutre nei confronti dei suoi vicini ( e anche dei lontani visto l’atteggiamento nel caso dell’Irak nei confronti degli USA, un Paese che per due volte nel secolo scorso lo ha salvato da acerrimi nemici ), o di un rifiuto ponderato verso l’unione di 25 Paesi con altrettanti idiomi e tradizioni.

Il caso dei nostri cugini d’Oltralpe deve far riflettere noi italiani sempre entusiasti a parole di tutto quel che ci viene propinato dall’estero. L’Italia con un voto delle due Camere ha ratificato il trattato in un dibattito spento e di routine. Pochi hanno avuto il coraggio politico di schierarsi contro. Quanti dei circa mille parlamentari chiamati ad esprimere un voto sul trattato hanno veramente letto le 482 pagine del documento firmato da Giscard d’Estaing e dal nostro Amato? Un volume di dimensioni sesquipedali. Perche’ a differenza di tanti altri Paesi i cittadini italiani non sono stati interpellati? La nostra Costituzione non prevede il referendum sui trattati internazionali. Bene. Ma la Costituzione poteva essere modificata con una leggina di poche righe. Certo i milioni di italiani chiamati ad esprimersi non avrebbero potuto leggere le 482 pagine del Trattato, ma avrebbero potuto essere bene informati nella campagna referendaria. Dopo tutto si tratta nientemeno che di un protocollo costituzionale e non di ratificare una qualsiasi direttiva comunitaria , magari sull’allevamento dei polli, com’e’ accaduto in passato.

Invece agli italiani e’ stata offerta ora la possibilita’ di votare per abrogare una parte della legge sulla procreazione assistita. Su questo argomento il Parlamento aveva detto la sua e non e’ che sia stata molto convincente, ma ora la parola passa agli elettori anche se non e’ detto che sarŕ piu’ avveduta.

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