Le promesse agli elettori sono l'ingrediente principe in ogni campagna elettorale e anche quest'ultima non fa eccezione. Ma la presenza costante a trasmissioni di ogni tipo, l'uso di tutti i mezzi di comunicazione dal tradizionale cartaceo ad altri quali twitter, facebook costringe tutti i candidati ad una sovresposizione mediatica tale da essere costretti a parlare, parlare, parlare...
Ma l'esercizio della parola oltre a richiedere ricchezza formale vuole anche ricchezza di contenuti. E controllare la forma può essere facile se a monte c'è stata una buona preparazione di base, ma tenere saldi i contenuti è rischioso. Oltre al rischio di improvvise amnesie, si corre il rischio di dire bestialità salvo poi smentire, tanto qualche distratto si trova sempre.
E di sciocchezze se ne sono sentite e se ne sentono tante; dal bombardamento di Montecitorio, alla restituzione dell'IMU con bonifici o contanti in fila per due, dall'uscita dall'euro e forse dall'Europa , alla gestione del 75% delle tasse da parte delle regioni, dalla nascita di una macroregione, alla liquidazione dell'unità nazionale, dalla sconfitta dell'evasione fiscale, allo sradicamento della corruzione, dalla riforma della giustizia, agli investimenti per la cultura, dalla rivalorizzazione del patrimonio museale e naturale, e forse qualcosa è sfuggito.
Una domanda sorge spontanea, forse in Parlamento c'erano altri senatori e onorevoli e quelli che sono candidati alle elezioni del 24 e 25 febbraio sono tutti neofiti della politica e devono convincere gli elettori rimasti orfani dei vecchi e rassicuranti soliti noti.
E in questo triste e avvilente scenario l'elettore dovrà comunque scegliere e al contempo continuare a fare i conti con una quotidianità complicata e difficile dalla quale forse si uscirà, ma fra molto tempo.
articolo pubblicato il: 03/02/2013