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bipartitismo all'italiana
di Ada

Il “premier bis” non sopporta piu’ certi suoi alleati ed ha tirato fuori del cassetto dei sogni personali l’ipotesi, non nuova, di un partito unico del centrodestra o meglio dei moderati, in opposizione al “rassemblement” delle sinistre. In pratica – tanto per chiarirci le idee – la rinascita a nuova vita della “balena bianca” dc con colori aggiunti fra l’azzurro e il verde. La soluzione dei problemi politici e strutturali italiani sarebbe una nuova casa comune di tutte le forze dell’attuale maggioranza parlamentare e governativa. In alternativa - cosi’ ritiene Berlusconi – un sistema elettorale proporzionale puro al posto del maggioritario ibrido attuale che amplifica la conflittualità fra i partiti di uno stesso schieramento. Il cosiddetto “mattarellum” potrebbe rimanere solo se lo “scontro” elettorale avvenisse tra due soli grossi partiti: quello moderato e quello di sinistra, come ormai accade nei grandi paesi democratici occidentali.

L’idea del premier ha trovato per ora una tiepida accoglienza nei partiti alleati. Si riflette. Ogni approfondimento della materia sara’ senza dubbio utile e opportuno. Ne aggiungiamo pero’ uno non proprio improduttivo: in questi quattro anni di governo Berlusconi ha avuto a che fare con quattro o cinque partiti, tutti pronti di solito a partire come si suol dire per la tangente; con il partito unico se la dovrà vedere invece con una serie infinita di correnti che alla fin fine rispecchieranno le tesi e le aspettative, se non le ideologie, dei vecchi partiti. Ci sarà sempre qualcuno pronto ad impugnare l’antica bandiera e il simbolo elettorale solo per poco tempo messo in soffitta. In Italia si fa cosi’, salvo prova in contrario.

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