In scena al Teatro delle Muse di Roma il prossimo 31 gennaio "La fontanella", commedia di Fernando Balmas, noto drammaturgo recentemente scomparso,, ambientata nella Roma del '500. Questo testo teatrale comico, in dialetto romanesco, (patrocinato dal Terzo Municipio della capitale) narra la storia di una delle sette "fontane parlanti" di Roma. Originariamente in tre atti, della durata di circa tre ore, è stato adattato da Filippo Bubbico che, senza stravolgere il senso e il messaggio che l'autore voleva fare giungere al pubblico, lo ha ridotto a due atti di un'ora e trenta complessiva. Il testo, comico e adatto a un pubblico di ogni età, scevro di qualsiasi volgarità anche verbale, parla della "fontana del facchino" che, suggestivamente, è considerata una delle sette fontane romane in grado di parlare agli astanti. La storia vera di questo uomo del popolo viene narrata attraverso un colloquio serrato e esilarante dagli attori in dialetto romanesco che, anche se in vernacolo, è comprensibile a tutti. Vengono toccati anche temi di attualità con espliciti riferimenti alla corruzione, alla crisi economica, ai problemi quotidiani. Tutti i personaggi hanno, come nella vita, un lato buono e un lato più spigoloso, manifestando tutte le incertezze, i difetti e i pregi di ogni essere umano. Ritornello costante è la chiave comica in cui si agisce, con i due protagonisti maschili che molto richiamano alla memoria Peppone e Don Camillo (Abbondio, il facchino e Eugenio, l'alto prelato), con la figlia del facchino (Marietta) che vuole emergere anche culturalmente, fidanzata con il nipote del prete, Osvaldo (che poi si capirà essere suo figlio), personaggio a tratti antipatico ma alla fine innamorato e serio. Il tutto condito dalla proprietaria della locanda (madre segreta di Osvaldo) dove tutto il quartiere si ferma per, come diremmo ai tempi d'oggi, fare del gossip, ovvero "basso" pettegolezzo. In una commedia all'italiana non poteva mancare "il grillo parlante", il "deus ex machina", ovvero la cicoriara, Valentina, che, attraverso la sua "cultura contadina" e le sue conoscenze, sarà in grado di dissipare la matassa. E' presente anche lo Stato nella figura burbera, ma anche non troppo, del messo sinodale. Gli attori, divertendosi e divertendo, calandosi molto bene nella loro parte, fanno vivere al pubblico, non solo la storia di una fontana romana e del suo personaggio, ma anche uno squarcio di vita dell'epoca. Adatto anche alle scuole per i vari riferimenti storici e per il testo che pur essendo comico non tralascia messaggi morali e richiami ai fatti avvenuti all'epoca dei Borgia. Nota di colore che genera emozione nel pubblico è la presenza del "cantore" o "menestrello", Sergio Fuscà, che, dal vivo, canta romanze, stornelli e narra la storia di Roma.
Il cast: Filippo Bubbico (Abbondio il facchino), Sandro Scarpelli (Don Eugenio il prelato), Rosy Esposito (la cicoriara), Angela Salustri (Marietta, figlia del facchino), Bruno Governale (il messo sinodale), Elena Morelli (la taverniera), Joe de Filippi (Osvaldo, innamorato di Marietta), Sergio Fuscà (cantore).
Regia ed adattamento Filippo Bubbico
Assistente alla regia: Angela Salustri - Aiuto regia: Cinzia Gallelli
Tecnico luci e suoni: Andrea Coria
In scena il 30 gennaio alle ore 21.00 e in replica il 31 gennaio alle ore 10.30 per le scuole del Terzo Municipio.
Teatro delle Muse
Via Forlì, 43
ROMA
0644233649
articolo pubblicato il: 10/01/2013