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editoriale
i vecchi e i giovani
di C. S.

Matteo Renzi e Pierluigi Bersani rappresentano né più né meno lo scontro generazionale che accompagna la storia dell'umanità, dai grandi avvenimenti come alle piccole beghe di bottega.

Nel caso specifico quello che però colpisce di più non è il fatto in sé per sé, ma la difesa ad oltranza da parte dei sostenitori di Bersani, quasi che lo stesso non avesse la forza per confrontarsi e avesse bisogno delle stampelle di autorevoli personaggi da decenni sulla scena che hanno smaccatamente invitato a votare per lui contro il nuovo, il mostro nuovo che avanza.

Ci si è messa anche la Camusso, che, da come parla ed agisce di solito, ci si aspettava che avesse votato Vendola. Ma quali danni maggiori potrebbero arrivare da Renzi rispetto a quelli che hanno caratterizzato la vita politica italiana preberlusconiana e berlusconiana?

I toni anti Renzi sono sgradevoli perché nascondono in sé il conservatorismo becero, la paura di passare il testimone. Dietro alla "felicità" e alla "soddisfazione" per l'afflusso alle urne fa capolino il sospetto che anche questa sia stata un'occasione mancata.

L'amaro del retrogusto delle primarie rimarrà perché alle persone di buon senso anche se non necessariamente di sinistra ma che sono andate a votare non sfugge che neanche a sinistra si riesce a svecchiare un paese sempre più incapace di rinnovare e di rinnovarsi, sempre più senza futuro, sempre più meta ambita di badanti e imprenditori di cliniche geriatriche.

articolo pubblicato il: 26/11/2012

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