La vita di alcuni entra nella leggenda, ricordata, sviluppata, accresciuta nel
corso degli anni fino a diventare un mito. La vita di Robert Johnson era
condita di mistero ed il suo mito era gia' ricco ben prima della morte
prematura.
Robert Johnson e' stato sicuramente il piu' influente bluesman di tutti i
tempi, e le sue poche canzoni hanno fatto da scuola a tutti i chitarristi.
Le 29 tracce che registro' in vita sono state suonate, interpretate, registrate
da una miriade di artisti, dei quali ricordiamo solo alcuni: Jimi Hendrix (che
lo considerava il suo maestro), i Cream (che registrarono "Cross Road Blues" e
molti altri brani), i Rolling Stones (la famosissima
"Love In Vain" e' sua), Muddy Waters, Ry Cooder, the Blues Brothers
(memorabile la loro versione di "Sweet Home Chicago") e Taj Mahal.
Nessun dato della sua biografia ha mai trovato conferma, nemmeno la data di
nascita, avvenuta intorno al
1912, a Hezelhurst nel Mississippi.
Pare appartenesse alla comunita' nera che rifiutava la religione dei bianchi,
e nella quale sopravvivevano molti elementi delle religioni africane, alle
quali si sommarono la magia nera e il vodoo.
Non ci sono prove del legame di Robert Johnson con l'arte occulta, il vodoo ed
il satanismo, anche se la maggior parte dei testimoni affermava convinta che
irradiasse un alone magico che ammaliava il pubblico ed inoltre molte sue
canzoni hanno un argomento "satanico" (ricordiamo "Me and The Devil Blues" per
tutte).
Crebbe e lavoro' in una piantagione a nord
del Delta fino a quando, ancora giovane, se ne ando' di casa per suonare con
Son House, che gli insegno' a suonare l'armonica e la tecnica del "bottleneck".
Suonava inoltre con Willie Brown e Lonnie Johnson che gli consigliarono di
suonare solo l'armonica perche' lo ritenevano una nullita' come chitarrista e cantante.
Robert Johnson, che ambiva a surclassare i due, spari' per mesi, e, quando
torno', era divenuto il piu' grande chitarrista di tutti i tempi.
Semplicemente, racconto' che una notte, a mezzanotte, ad un bivio, aveva
incontrato il diavolo e gli aveva venduto l'anima a patto che lo avesse
fatto diventare il miglior chitarrista mai esistito.
Da quel momento inizio' a suonare per tutto il sud, e registro' i suoi
brani in due sessioni, la prima a San Antonio il 23, 26 e 27 novembre 1936 in
una camera d'albergo e la seconda a Dallas il 19 e 20 giugno 1937 in un
edificio di uffici.
Conduceva una vita errante, scandita dalla musica e dall'alcool,
ed ebbe moltissime donne, attirate dalle
sue dita lunghe e affusolate e dal suo aspetto curato, come possiamo vedere
dall'unica fotografia in nostro possesso. Nonostante cio' pare fosse
particolarmente schivo ed antisociale, insicuro, pieno di dubbi morali ed
anche terribilmente timido.
Ebbe due mogli; la prima moglie mori' a quindici anni partorendo un bambino morto, la seconda,
Esther Lookwood, non gli diede alcun figlio, ma era la madre di un altro
noto bluesmen, Robert "Junior" Lockwood.
Il 16 agosto 1938, dopo un concerto nel Three Forks, vicino a Greenwood,
qualcuno avveleno' il suo whisky, uccidendolo fra disperate urla di dolore.
Non sappiamo se fu una donna gelosa o un uomo a cui aveva portato via l'amata
ad ucciderlo, ne' quale veleno fu usato, ne' il luogo dove fu sepolto. Alcuni
sostengono che la tomba si trovi a Morgan City, altri a Quito, due centri del
Mississippi.
Entrambe le lapidi non riportano alcun nome.