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spettacolo
"La Maledizione della Prima Luna" (Pirates of the Carribean: the curse of the black pearl)
di Franco Olearo


USA 2003
Regia: Gore Vebinsky
Sceneggiatura: Ted Elliot, Terry Rossio
Interpreti: Jonny Deep (Jack Sparrow), Keira Knightley (Elisabeth), Orlando Bloom (Will), Geoffrey Rush (Barbossa)
Genere: avventura
Censura USA: PG 13

Probabilmente vi ricorderete di Peter Pan, il cartone animato della Walt Disney; ebbene l'isola dei Caraibi dove è governatore il padre della bella Elisabeth ha esattamente la stessa forma dell' "isola che non c'è". Se siete stati a Disneyland ed avete visto l'attrazione omonima "I pirati dei Caraibi", vi accorgerete che la caverna dove è stato nascosto il tesoro, ha qualcosa di molto familiare. La bella Elisabeth, catturata dai pirati, è costretta a salire la passerella sotto il pungolo di una spada, esattamente come era successo a Wendy. L'eroe positivo, Will in questo caso, non vola come Peter Pan ma è molto bravo a tirar di spada ed è anche terribilmente candido ed innamorato. Belle navi a vela, combattimenti all'ultimo colpo di cannone, la magia di un medaglione misterioso e gli scheletri animati di coloro che non possono mai morire.

Potrebbe trattarsi di un film furbo della Walt Disney per attirare nuovi visitatori nei suoi parchi di divertimento o per vendere l'immancabile videogame in uscita contemporanea con il film.

Eppure questa volta, c'è in più un pizzico di follia, un ingrediente originale che dà sapore alla storia un po convenzionale ed ha un nome preciso: Jonny Deep. Il pirata Jack Sparrow, da lui interpretato, in perenne equilibrio precario come se cercasse di stare in piedi su un rollerball e truccato con il rimmel come la rockstar Keith Richards è ironico, sornione e sembra muoversi attraverso il film con il preciso intento di rompere il prezioso giocattolo che è stato costruito e di trasgredire le rigide regole del genere. Anche il personaggio femminile, Elisabeth, non è la solita dolce fanciulla che deve essere perennemente salvata, ma una moderna ragazza che sa cavarsela da sola.

Sono questi i lati positivi del ricco film della Walt Disney, che si fa così perdonare per la lunghezza eccessiva, che a volte ingenera una sensazione di ripetitività negli eventi.

Concordiamo con il giudizio della censura USA (vietato ai minori di 13 anni non accompagnati) per la presenza di scene di violenza o che possono spaventare i più piccoli.

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