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cultura
un giorno di 25 anni fa
di Manlio Morandi

Sono le 7,35 sto per varcare, come ogni giorno l’ingresso di porta Sant’Anna.

Fermo al semaforo non mi rendo conto che metà del cancello è chiuso. Sto ascoltando il GR2.

Improvvisamente qualcosa di anormale avviene nella redazione del giornale radio.

La voce di Gustavo Selva, l’allora Direttore, agitatissima, annuncia: “apprendiamo che Sua Santità Giovanni Paolo I è morto. Incredulo, mi rendo conto che il cancello di sant’Anna è aperto a metà in segno di lutto. Ma come è possibile, mi chiedo, ho incontrato il Santo Padre non più tardi di 20 ore fa: passava verso il palazzo Apostolico con la macchina scoperta ed era sorridente e come accadeva da qualche giorno mi aveva accennato un garbato segno di saluto. Incredibile. Corro in ufficio ( lavoravo alla Radio Vaticana ) e con l’allora direttore Padre Tucci ci avviamo verso il palazzo Apostolico. Le guardie Svizzere ci fermano dietro una porta e da uno spiraglio riesco a vedere l’allora presidente della repubblica Pertini che lascia il Palazzo. Subito dopo entriamo nella sala dove il Santo Padre è esposto. Una esperienza indimenticabile ed inspiegabile: quel volto dolce, sereno e sempre sorridente appare sul letto di morte teso, addolorato, incredulo.

Questo antefatto è per me dovuto perché non posso disgiungere le mie esperienze personali tra i due Papi. Ricordo che nei primi giorni del pontificato di Giovanni Paolo I acquistai la foto in cui il futuro Papa, inginocchiato, baciava la mano all’appena eletto Papa Lucani.

Nei giorni che hanno preceduto il nuovo conclave ho avuto la fortuna di assistere ad una storica passeggiata di due cardinali nel piazzale antistante la palazzina Marconi, sede delle trasmittenti radiofoniche all’interno del Vaticano. Due cardinali, uno facilmente riconoscibile, il cardinal Wyszynski primate della Polonia, l’altro un cardinale a me sconosciuto, con un abito alquanto malandato. Discutevano pacatamente e passeggiando sono rimasti davanti al mio ufficio per circa un’ora. Notai una estrema serenità nei due ed il loro lungo colloquio dava l’impressione di un incontro tra vecchi amici piuttosto che un’anteprima straordinaria di quello che da lì a poco tempo sarebbe avvenuto.

Pochi giorni dopo vidi con meraviglia affacciarsi dal balcone della basilica di San Pietro quel cardinale sconosciuto che lo Spirito Santo, nella Sua imperscrutabile visione degli eventi aveva scelto come successore di Pietro. Da quel giorno la storia di Giovanni Paolo II la conosciamo tutti. Il muro di Berlino caduto come per incanto, l’Unione Sovietica che in pochi giorni scioglie l’utopia del comunismo per tornare tra le nazioni europee. Miracoli? Progetto dello Spirito Santo? È comunque certo che quest’Uomo è giunto in un momento storico delicatissimo ed ha risolto problemi epocali solo ed esclusivamente con la fede.

L’attentato, che ha fiaccato il corpo ma non lo spirito, i tanti viaggi che hanno dimostrato al mondo che nessun uomo politico può contendere il suo spirituale fascino, hanno segnato questi 25 anni di papato. Segnato dal male, dalla sofferenza per non poter essere più l’uomo vigoroso dei primi anni, Giovanni Paolo II continua a dispetto di tutto e di tutti a portare avanti la Sua missione di pastore nel mondo.

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