È arrivata finalmente in italia, puntualmente in ritardo rispetto alle direttive europee, la patente a punti.
Questo nuovo sistema, già dal suo primo apparire, sembra aver favorito la sicurezza stradale rendendo gli automobilisti più prudenti e rispettosi, se non dei segnali, del proprio portafogli e della propria libertà di circolazione.
Ciascun titolare di patente ha a disposizione 20 punti. La perdita totale di tale punteggio, conseguente al cumulo di più violazioni realizzate, comporta lobbligo di revisione della patente (si dovrà pertanto sostenere nuovamente sia lesame teorico che quello pratico).
Ovviamente la drastica diminuzione delle vittime di incidenti stradali non può che fare salutare con entusiasmo tale nuovo sistema di punteggio, che sicuramente cambierà la vita e le abitudini di guida degli italiani, spesso abituati a non rispettare alla lettera codice e regolamenti.
Vi sono comunque dei punti oscuri nella riforma del CdS (Codice della strada).
Ad esempio il meccanismo della revisione della patente, lasciato alla discrezionalità non solo di strutture pubbliche (vedi Motorizzazione Civile) ma anche delle autoscuole private (si spera tutte di comprovata serietà nel rilasciare attestati di frequenza ai corsi di aggiornamento).
Peggiorata appare, inoltre, la situazione per ciò che riguarda le multe, raddoppiate nel loro importo. Per un divieto di sosta si pagheranno quasi 70 euro, per il superamento del limite di 10 Km. si potrà arrivare a pagarne 500. Di tutto questo ne gioveranno le casse comunali ed in primis i disastrati bilanci delle grandi metropoli, dove, è risaputo, non si riesce più a parcheggiare se non in divieto di sosta.
Unultima riflessione, infine, sulla possibilità, tipicamente italiana, di farla franca e non vedersi depauperare il proprio bonus punti.
È curioso, infatti, che il nuovo CdS non abbia previsto di poter applicare il meccanismo della patente a punti anche nei confronti di una società a cui risulti intestata una vettura. Vedremo forse, in futuro, il fiorire di una miriade di piccole società proprietarie della stragrande maggioranza del parco macchine italiano? Da tutto ciò un dubbio amletico: non sarà forse tutto ciò lennesima abile manovra del Governo per favorire la ripresa economica del Paese?