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editoriale
simpatia
di Teddy Martinazzi

Sera del quattro novembre, che in tempi lontani era festa nazionale, poi abolita da Giulio Andreotti per far piacere ai suoi amici altoatesini. Da Lilli Gruber c'è Enrico Letta che vuol gettare le basi del prossimo futuro dell'Italia.

Diversi nostri collaboratori hanno più volte avanzato l'ipotesi che certi personaggi della sinistra estrema o radical chic siano pagati sottobanco da Berlusconi per mettere in cattiva luce l'opposizione con le loro farneticazioni.

Non crediamo assolutamente che il vice segretario del PD sia al soldo di Berlusconi, ma è certo che, a sentirlo parlare, ci si domanda come si possa votare a sinistra. Letta, Franceschini, la Bindi sono antipatici a prescindere e non perché, all'interno del PD, siano esponenti della ex Margherita e prima ancora della ex DC. Certamente, a nostro modestissimo avviso, se se ne andassero dal PD farebbero la fine di Rutelli, con le sue insignificanti percentuali nei sondaggi di tutte le agenzie del settore.

Enrico Letta parla come se stesse facendo una predica dal pulpito e quindi con la sicurezza di chi sta spiegando il Vangelo. Ma la politica è opinabile, come tutte le cose umane, e l'ascoltatore potrebbe anche non avere una fede salda come l'onorevole Letta presume abbiano coloro che lo sentono.

Che l'epoca di Berlusconi sia al tramonto ne sono convinti moltissimi suoi elettori e probabilmente anche tanti deputati da lui beneficiati con l'inserimento in lista. Ma il PD non può sperare di vincere facendo parlare gente estranea alla storia della sinistra, con la speranza che prendano voti tra i moderati; Letta con la sua aria da luminare in cattedra e Franceschini con la sua voce stizzosa scacciano tutti, moderati e progressisti.

articolo pubblicato il: 05/11/2011

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