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editoriale
le "Grandi manovre" dove tutti comandano
di Ada

Sarà pure vero che in Italia è molto difficile governare, senza arrivare a dire, come sembra aver detto Mussolini in un momento di sconforto ( anche lui ), addirittura inutile, ma quel che è avvenuto in queste settimane con la "manovra" economica per tentare di mettere a posto i conti dello Stato (impresa non da poco) sembra uno spettacolo teatrale dove l'autore non si sa chi sia, ma certamente viene ritenuto bravo a furor di popolo.

Dopo la prima stesura del provvedimento - chi la ricorda più? - Berlusconi si era impegnato a non considerarla "blindata" e quindi tutti hanno voluto emendarla. E' stato un fiorire di iniziative da mettere i brividi e da impaurire componenti diverse della struttura sociale nostrana, via via che venivano chiamate- o meglio indicate- a sopportare parti grandi o piccole del deficit finanziario dello Stato.

Poi tutto mutava di fronte alle proteste degli interessati. Per la verità, oggi come oggi, non si sa bene quali parti rimarranno e quali invece saranno soppresse: tasse ai "ricchi" non vanno bene, tasse ai poveri non sia mai. Province piccole soppresse? Rivolta generale, meglio abolirle tutte: ma sarà così ? Ogni proposta viene valutata e poi cestinata, salvo riesumarla riveduta e corretta dopo pochi giorni.

Il caso delle pensioni è stato sintomatico. Si pensava di far risparmiare alle casse degli enti preposti cifre non certo determinanti per le sorti del Paese, facendo spostare di quattro-cinque anni l'andata in pensione di chi ha riscattato (pagando) gli anni dei corsi di laurea o del servizio militare obbligatorio. A parte l'ingiustizia dell'iniziativa, non si teneva in gran conto le tante sbandierate (da tutte le parti politiche) campagne a favore dei giovani : in pratica per tutti questi anni a venire si bloccava o si riduceva di molto la possibilità di entrare nel mondo del lavoro, pubblico e privato, a migliaia di giovani laureati in sostituzione dei pensionati.

Nelle grandi manovre militari di tanti anni fa i giovani comandanti volevano mettersi in mostra con iniziative innovatrici e qualche volta pericolose. Chi aveva più esperienza metteva poi le cose a posto e proclamava che tutto era stato positivo. Alla fine però i comandanti in capo perdevano le guerre.

articolo pubblicato il: 05/09/2011

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