Ricercatori giapponesi hanno scoperto enormi depositi di terre rare nel fondo dell'oceano Pacifico. In un solo chilometro quadrato sono state trovate quantità tali di minerali da coprire un quinto dell'attuale consumo di terre rare da parte dell'industria mondiale.
Gli scienziati dell'Università di Tokio, guidati da Yasuhiro Kato, hanno rilevato settantotto giacimenti, localizzati sul fondale marino tra i tremila ed i seimila metri di profondità, molti dei quali nei pressi delle Hawaii e della Polinesia francese.
Secondo la rivista Nature Geoscience, attualmente i minerali comunemente definiti terre rare sono estratti per il novantasette per cento in miniere cinesi e per il restante tre in miniere russe. Tra i materiali usati nell'industria elettronica ci sono il disprosio, il gadolinio ed il terbio.
Tra le applicazioni più frequenti, le terre rare sono utilizzate nella fabbricazione di schermi piatti, led e componenti di automobili ibride. Attualmente il metodo di estrazione prevede l'arrivo in superficie del fango contenente il minerale e la successiva dissoluzione nell'acido per ottenere tra l'ottanta ed il novanta per cento dei materiali.
Ancora non si sa come potrà avvenire l'estrazione dai fondali, ma la notizia ha già messo in allarme gli ecologisti che temono la nascita di un'industria mineraria sottomarina di sfruttamento intensivo.
articolo pubblicato il: 08/07/2011