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cultura
Graham Greene
di Giuseppe La Rosa

Graham GREENE
(Berkhampsted, Hertfordshire 1904 - Vevey, Svizzera 1991)

Vita.

Temperamento inquieto, girovago, spericolato, amante dell’avventuroso e del giallo, dopo essersi diplomato si converte al cattolicesimo (1926).
Nella seconda guerra mondiale presta servizio presso il Ministero dell’Informazione e il Ministero degli Esteri.

Dal 1929 pubblica a getto continuo opere di narrativa e di teatro, mentre svolge intensa attività giornalistica, che lo mette a contatto con paesi e uomini di mezzo mondo.

Pensiero.

La vita è un viaggio avventuroso in una ignota regione dello spazio e in una breve parentesi del tempo. I viaggiatori sono tutti, chi più chi meno, dei vinti dal peccato; ma quasi tutti per debolezza, e per una selva di attenuanti che fanno invocare su di essi, con quello di Dio, anche il nostro perdono. Che anzi, il poco bene che c’è in fondo al cuore dell’uomo non avrebbe modo di mostrarsi se non in mezzo ad un abisso di male. “Si sarebbe quasi tentati di credere che il male non è che l’ombra proiettata dal bene nella sua perfezione, e che un giorno arriveremo persino a comprendere quest’ombra stessa”.

Tutti i personaggi del Greene, anche se maledettamente impastati di male, sentono il sotterraneo richiamo al bene, perché in fondo sono dei battezzati, e il sigillo di Cristo non si cancella mai.

Pinkie (La roccia di Brighton) è un gangster assassino e suicida; eppure, chissà, all’ultimo istante di sua vita “egli invocò grazia e grazia gli fu concessa”.

Scobie (Il nocciolo della questione), preso fra due amori, uno legittimo e l’altro no, s’aggroviglia in un tal ginepraio di casistica morale che finirà con il non tradire le creature ma tradire il Creatore; cosa che non sopporta e ripara suicidandosi, e così tradisce tutti, se stesso, le creature, Dio. Eppure anche Scobie va compatito e assolto.

Il protagonista de Il potere e la gloria è un prete ubriacone, avido e disonesto. Eppure è un prete che ha esercitato il suo ministero in circostanze eroiche, e finisce sotto il plotone di esecuzione durante la persecuzione della Chiesa in Messico (1927). Prima di essere fucilato, “il prete dell’acquavite” domanda perdono a Dio della sua vita spiritualmente sterile e capisce che l’unica cosa che conta è farsi santo.

Conclusione

Greene ha il merito d’aver immesso nel mare magno della letteratura, le acque dei fiumi di problemi spirituali nella prospettiva del cattolicesimo; ma ha il torto d’aver eccessivamente esasperato il dramma del bene e del male nel cuore dell’uomo, con vantaggio quasi sempre del male sul bene. Svuota così il cristianesimo del suo valore concretamente, efficacemente redentivo dalle miserie morali dell’umanità.

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