Non possiamo chiudere gli occhi davanti alla realtà e negarci, comodamente, a riconoscere la presenza del male nel mondo. Il male si manifesta nei suoi molteplici volti: la minaccia delle guerre; il problema della fame e dell'ingiustizia; la mancanza di rispetto verso la vita umana; la discordia in tante case e famiglie; la scarsità di posti di lavoro; le catastrofi ecologiche, come quelle che tristemente sofffriamo nei mari...
Ma lo sguardo attento alla realtà non può rinserrarci nel pessimismo o nello sconforto. Non possiamo, nemmeno, chiudere gli occhi dinnanzi alla presenza di molti segnali di bontà, di verità e di bellezza che, forse discretamente, ci vengono innanzi ogni giorno.
Per un cristiano esistono potenti ragioni a favore dell'ottimismo.
Siamo creature di Dio ed il mondo ci è stato dato in eredità. Abbiamo la responsabilità e l'urgente impegno di trasformarlo, soffocando il male nell'abbondanza di bene. Dio ci ha creato e, nonostante a volte sembra tacere, è un Padre provvido che non si dimentica di noi. Dalla fede in LUi scaturiscono l'ottimismo, l'allegria e la pace.
Noi cristiani non possiamo essere profeti di sventura. Siamo chiamati a testimoniare la speranza che germoglia dalla vicinanza di Dio: dell'Emanuele, di Colui che, facendosi uomo, si è unito in qualche modo ad ogni uomo. Ma la nostra deve essere una speranza attiva, che deve impegnarsi ad apparire comprensione dove c'è opposizione e amore dove c'è odio. Il cristiano ha l'audacia di scommettere sul futuro; di cominciare un nuovo anno sapendo che, sia quel che sia, sarà un tempo di grazia, un momento propizio. Il futuro sta nelle mani di Dio e Lui lo mette nelle nostre mani affinché lo edifichiamo con speranza.